venerdì 6 marzo 2015

Zona Centro Storico - Quel vuoto così centrale

Il Centro storico di Milano è in depressione? Ma non il centro storico dei moumenti, delle grandi vie, ma il cuore storico poco conosciuto e poco frequentato da turisti e da milanesi. Si tratta della porzione centrale che si estende dal Foro Bonaparte, va al Cordusio passando da Piazza Missori, poi giù fino alla cerchia dei navigli, San Lorenzo, Carrobbio e poi il giro dell'area in questione si ricongiunge passando da via Brisa al Foro Bonaparte, insomma il cuore della Mediolanum antica. Quest'area così antica è stata ignorata per molti decenni (forse qualcosa inizia a muoversi), tant'è che ancora adesso ci sono rovine belliche e angoli dimenticati. Quest'area ha perso il suo status di zona popolare pur rimanendo prevalentemente residenziale. Eppure cercare in quest'area un panettiere o un ortolano è cosa difficile.



E' notizia recente dell'imminente chiusura della storica ferramenta Meazza in via San Sisto. Sempre più negozi che chiudono ammazzati dalla globalizzazione e dalle sempre più frequenti aperture di centri commerciali. Come il vecchio ortolano di via Speronari, chiuso oramai da almeno tre anni e ancora vacante. Sopravvivono i negozi che si affacciano sulle grandi vie del commercio, anche se oramai sono quasi tutti mono-marca e internazionali. Comunque sopravvivono dove il flusso della massa passeggia, ma basta solo essere in una via laterale di via Torino o al Cordusio che la situazione peggiora. Avevamo già visto il disastro del vuoto che si presenta in via Meravigli e in via Mazzini, dove le serrande abbassate sono più di quelle aperte.





Come è stato scritto sul Corriere della Sera, secondo i dati della Camera di Commercio di Milano sono 690 i negozi chiusi dall’inizio del 2011, 206 nell’ultimo anno, 15 dall’inizio del 2015. Soffrono tutti, in particolare quelli di abbigliamento (colpa di centri commerciali calamita, temporary shop e esplosione dell’e-commerce), le edicole e le cartolerie (per il calo di appeal della carta). Una caduta costante, che ha colpito soprattutto le piccole botteghe storiche. Come la boutique Mademoiselle del ‘54 in via Manzoni, il negozio di tessuti Corlaita del ‘71 in via Borella, la profumeria La Porta Blu del ‘75 in largo Augusto o L’Antichità Bonatelli del ‘77 in via San Giovanni sul Muro. Storie diverse a poche centinaia di metri di distanza. Negozi meno storici aprono e chiudono senza che nemmeno la gente si accorga della loro esistenza. Alcune serrande però tornano a riaprirsi. Il calo nel settore del commercio è in parte compensato: nell’ultimo anno aumentano i ristoranti (+3,3%), in particolare quelli etnici, ma soprattutto alloggi e alberghi, che segnano negli ultimi 12 mesi un più 10,5%. C’è chi lo chiama «effetto Expo».

Pare quasi che chi voglia aprire un'attività commerciale non abbia grande coraggio o inventiva e si limiti ad aprire solo nel settore abbigliamento, quasi a temere altrimenti un fallimento, ma che a voler ben guardare, il settore sembra oramai saturo. Cercare prodotti che non siano abbigliamento come i casalinghi o prodotti per la casa in generale pare un'impresa impossibile a Milano.

Chissà mai se un giorno la piccola bottega potrà riavere la sua rivincita.





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