venerdì 31 maggio 2013

In Corso Lodi, lavori fatti...

Pochi giorni fa è stata asfaltata Via San Gerolamo Emiliani. Ottima notizia se non fosse stato imbrattato dai lavori di asfaltatura anche il tratto con Corso Lodi dove non c'è l'asfalto ma la pavimentazione è  in sampietrini. Corso Lodi è una delle poche vie con un decente arredo urbano. L'esperienza ci dice che queste "sporcature" dovute ai lavori stradali rimangono per poco, si spera. Un po' di attenzione però potevano prestarla.

Foto inviateci da Artiom




Il modesto rattoppamento in 25 Aprile / Pasubio

Avevamo già parlato della "ferita" in viale Pasubio e piazza 25 Aprile. Oggi ho notato che, limitatamente al tratto in viale Pasubio, si è maldestramente colata una mano di cemento per rattoppare il taglio netto sotto la banchina di ricarica per le auto elettriche (meglio che niente). Ancora nulla invece in piazza 25 Aprile, dove lo scacchiere delle mattonelle resta "forato".

Viale Pasubio

Piazza 25 Aprile

L'incrocio alla Bovisa

L'esperimento della Triennale alla Bovisa è fallito già da qualche anno, eppure in questo spiazzo tra via Giampietrino, la via Privata Codigoro e via Raffaele Lambruschini (che detto tra noi poteva essere fatto a verde anziché in una rotonda di cemento) si trova ancora l'insegna che annuncia la presenza del padiglione esterno che è stato della Triennale. Un filo di attenzione, anche per queste piccole cose, sarebbe auspicabile.






Che squallore dietro il palazzone!

Dietro al palazzone Telecom di Piazza Luigi Einaudi si sviluppa la via Antonio Bordoni. Credo sia una delle più brutte tra le strade del centro di Milano.
Fino agli anni quaranta la strada si trovava nel lembo di terra separato dalla città dalle ferrovie: infatti poco più avanti, dove ora c'è il viale della Liberazione, c'era lo scalo ferroviario delle Varesine. Il naviglio Martesana correva a breve distanza da qui, in via Melchiorre Gioia, altro punto di isolamento per quest'angolo di città. Era un'area prettamente industriale e vi si potevano trovare poche architetture degne di nota, solo case operaie e magazzini.

Rimosse le ferrovie, esplose il grande boom degli anni Cinquanta/Sessanta e con esso nacque l'idea di trasformare il tutto nel grande Centro Direzionale di Milano: il progetto fu redatto da una commissione nominata dal Comune di cui facevano parte gli architetti Vincenti, Muzio, Lancia, Perelli e l'ingegner Bosisio. Sorsero dunque questi grandi edifici che ospitano ora la Telecom, una lunga stecca, progettata da Melchiorre Bega nel 1964, che delimita la piazza Einaudi ad ovest e di fatto delinea sul retro la piccola via Antonio Bordoni.
L'idea era di demolire l'intero quartiere fino a Via Fara e trasformarlo in qualcosa di moderno e funzionale. Peccato (o fortuna) che in Italia questi progetti faraonici finiscano spesso per non essere portati a termine, e i Palazzoni Telecom, che in origine dovevano essere parte di un complesso per l'appunto più esteso, di edifici simili, siano così rimasti isolati. Ora sembrano sproporzionati e lasciano la via in questione irrisolta: un facciata sul retro agghiacciante e parcheggi disordinati. Fa da contorno il tracciato non in piano per collegarsi alle quote di via Galimberti, che incrocia Via Bordoni, rialzata per adeguarsi alla piazza più rialzata. Spero sempre che i Palazzoni vengano rifatti o sistemati, restituendo un po' di vitalità a questo retro degradato.









Via Galimberti Duccio Tancredi







Cascina Merlata secondo Antonio Citterio e Patricia Viel and Partners

R7 Antonio Citterio - Patricia Viel and Partners

Città Contemporanea è l’innovativo complesso residenziale che sorgerà nel nuovo quartiere di Cascina Merlata. Residenze di qualità, tecnologicamente all’avanguardia, prestazioni energetiche di classe A e dotazioni domotiche di ultima generazione.
Guardando i rendering personalmente non apprezzo molto il progetto. Forse sono solo i disegni che non pagano l'occhio. La torre, poi, pare una brutta copia del Centrepoint di Londra.
Una parte del progetto Città Contemporanea verrà realizzata per ospitare il personale che lavorerà a EXPO 2015. Una volta terminato l'evento espositivo internazionale le abitazioni verranno messe in vendita .

Nella mappa il lotto in questione, una parte di R7.









giovedì 30 maggio 2013

Su Google Map l'aggiornamento EXPO

Da poco sono state aggiornate le mappe satellitari di Google map sul sito EXPO di Milano. Si vedono i lavori di canalizzazione del torrente Guisa e i piloni per il nuovo ponte che scavalcherà il sito EXPO.





Il ritorno delle scale mobili!

Come abbondantemente promesso da ATM in questi mesi, tornano a breve le scale mobili in alcune stazioni della metropolitana. In molte fermate, infatti, le scale mobili sono state interessate da radicali interventi di sostituzione. Quelle di Lima, ad esempio, sono tra le prossime ad essere consegnate ai passeggeri. La causa principale del malservizio di queste macchine era essenzialmente l'anzianità: l'installazione di alcune risale addirittura al biennio 1962/63.



Piazza Piemonte 10 - Art Déco rinata

Mario Borgato ci ha regalato i primi tre "grattacieli" milanesi. Più famosi, anche per la collocazione trionfale a segnare l'accesso a via Washington, i due "grattacieli" di Piazza Piemonte, quelli in stile eclettico con il cupolino terminale. Più dimesso ma forse più originale è il palazzo sul lato opposto, al numero 10 della medesima piazza. Lo stesso autore, Mario Borgato, a distanza di breve tempo (anni Venti del 1900), pare si sia liberato dal fardello dell'eclettismo e abbia sperimentato la nuova ondata artistica che si diffuse rapidamente in tutto il mondo in quegli anni e abbia creato questo piccolo capolavoro, nove piani di un leggero Art Déco. Ora tornato a splendere nel suo rosa originario e mattoncino, finalmente ripulito dopo i lavori di restauro conservativo appena ultimato.










Nuova torre in Viale Toscana

Lungo viale Toscana, al posto di un distributore di benzina dismesso, è rimasto per lungo tempo uno spazio abbandonato. Qualche anno fa si è mosso qualcosa. Ecco finalmente terminata la torre di Viale Toscana 2: un edificio di 11 piani, abbastanza pesante ma movimentato. Una realizzazione dignitosa, che certo non si fa notare per bellezza e originalità.








Nascono due nuove zone 30

Conclusa la posa dei cartelli in 15 vie e piazze degli ambiti ‘Melzo’ e ‘Lazzaretto’
Milano, 29 maggio 2013 – Sono nate due nuove Zone 30 a Milano, negli ambiti ‘Melzo’ e ‘Lazzaretto’. Con la conclusione in questi giorni della posa della necessaria cartellonistica, auto e moto dovranno rispettare il limite dei 30 chilometri orari in 15 vie e piazze dei due quartieri, garantendo così una mobilità più sicura a pedoni, ciclisti e bambini.
“Le Zone 30 rientrano nel più ampio obiettivo dell’Amministrazione di trasformare Milano in una città sostenibile e attenta a tutte le forme di mobilità dolce”, ha dichiarato l’assessore alla Mobilità e Ambiente Pierfrancesco Maran. “Con questo tipo di provvedimenti vogliamo creare una mobilità di quartiere più sicura e vicina ai cittadini, che vada incontro alle esigenze di chi ogni giorno vive e si muove in queste strade”.



“Accogliamo positivamente questo primo passo per rendere le strade del quartiere più fruibili per chi si muove in bicicletta e a piedi e che, allo stesso tempo, valorizza le realtà commerciali presenti sul posto”, hanno dichiarato i presidenti della Commissione Qualità dell’ambiente urbano e Mobilità Dario Monzio Compagnoni e della Commissione Territorio e Urbanistica Gabriele Mariani del Consiglio di Zona 3. “L’assessorato ha condiviso e sta continuando a condividere con la zona le scelte di carattere progettuale per i lavori nel quartiere e a questo primo intervento faranno seguito altri progetti mirati di riqualificazione”.

La Zona 30 ‘Melzo’ riguarda le vie Frisi, Melzo, Sirtori, Lambro, Mascagni, Malpighi e piazza Otto Novembre (nel tratto di collegamento tra via Pisacane e le vie Labro e Frisi). Per quel che riguarda l’ambito ‘Lazzaretto’, invece, le vie interessate sono Panfilo Castaldi, Lazzaro Palazzi, Felice Casati (da via Lazzaretto a corso Buenos Aires), Alessandro Tadino (da viale Vittorio Veneto a via San Gregorio), Lecco, Lodovico Settala (da viale Vittorio Veneto a via San Gregorio), largo Bellintani e piazza Oberdan (nel tratto di collegamento tra via Alessandro Tadino e corso Buenos Aires).

Le strade interessate dal limite di velocità a 30 chilometri orari hanno particolarità simili perché appartengono ad ambiti ‘di quartiere’, sono fruite da un numero consistente di pedoni e ciclisti e si trovano vicine a corso Buenos Aires, una delle vie più attrattive in città, che richiama ogni giorno un numero elevato di veicoli. I provvedimenti, oltre a istituire il limite di velocità, vietano il transito nelle stesse vie di veicoli superiori ai 35 quintali.

Questo intervento è il primo di una serie che porterà a una trasformazione sostenibile del quartiere. Nel 2014, infatti, saranno realizzati lavori di riqualificazione in via Melzo e di sistemazione di altri incroci all’interno delle vie a 30 chilometri orari. Inoltre, viale Tunisia nei prossimi mesi sarà interessato dai lavori per la realizzazione di due corsie ciclabili monodirezionali lungo entrambi i lati della carreggiata. In futuro, infine, sarà pedonalizzato largo Bellintani.

In tema di Zone 30 l’Amministrazione ha già stanziato 3 milioni di euro per quartieri periferici e semicentrali e i prossimi interventi riguarderanno gli ambiti Figino, Muratori, Paruta, Solari, Colonna, Dergano e Frattini.





Il mercato in Piazza Sant'Agostino



Fino al 1860 circa lo spazio della piazza era occupato da orti, racchiusi all'interno dei bastioni cinquecenteschi. Poi venne costruito il nuovo macello, in virtù della vicinanza dello scalo ferroviario presso il quale arrivava il bestiame (i treni transitavano dalla stazione di Porta Genova); la piazza creatasi davanti all'ingresso del macello prese appunto il nome da quest'ultimo. L'area era di scarso valore, quindi vicino al macello furono edificati il carcere detentivo e il carcere minorile.

Spostato il macello ed eliminate le ferrovie e i bastioni, la piazza divenne residenziale. Negli anni Trenta la piazza venne intitolata al Santo dottore della chiesa cattolica.
Nel 1983 venne aperta la stazione della metropolitana.
Da tempo ogni Martedì e Sabato si tiene il Mercato di Porta Genova/Viale Papiniano.

La piazza credo sia una delle più brutte di Milano, senza una forma precisa e senza architetture di gran pregio. In origine era alberata, con selciato per ospitare il mercato; col tempo le piante sono diminuite fino a sparire quasi del tutto.

Visto che la stazione della metropolitana oramai impedisce una qualsiasi alberatura della piazza, ho pensato di creare una tettoia un po' particolare per una specie di mercato coperto, come hanno fatto a Barcellona, per dare un senso a questo luogo valorizzando la sua vocazione come spazio commerciale di mercato.

Piuttosto che vedere uno spiazzo usato come parcheggio auto senza senso in pieno centro città... può essere un'idea.





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