giovedì 7 maggio 2015

Zona Navigli - Il vecchio barcone torna in Darsena

Oggi un vecchio barcone ("barcun") o chiatta sta lentamente tornando in Darsena dopo decenni, lo ho fotografato mentre passava a San Cristoforo, non nascondendo un po' di emozione. 



Ricordo benissimo i barconi quando li osservavo da piccolo negli anni Settanta, carichi di sabbia percorrere il Naviglio Grande per fermarsi in Darsena. All'epoca la zona dei Navigli non era un luogo alla "moda" come lo è adesso, ci viveva povera gente che viveva in piccoli appartamenti in affitto nelle molte case di ringhiera. Era un quartiere popolare, vicino al porto, uno dei più trafficati di Italia all'epoca. La Darsena non era bella da vedersi, era piena di barconi, di gru, di attrezzature per lo scarico e carico della sabbia, l'ultimo traffico di merci rimasto ad animare il porto milanese. Gli anni Settanta sono comunque gli ultimi anni di un grande periodo di splendore per la Darsena. Il costo delle merci trasportatedivenne molto alto e così il trasporto merci su gomma ebbe la meglio. 

Così il 31 marzo 1979, alle 14 l'ultimo barcone ormeggia alla darsena, ha lo scafo metallico, è lungo 38 metri e largo cinque, porta la matricola 6L-6043 ed era partito alle 6 del mattino da Castelletto di Cuggiono. Scarica l'ultimo carico di sabbia, 120 tonnellate, l'equivalente di oltre 20 autocarri. Da quel giorno sui Navigli solo l'acqua continuerà a scorrere, ma solo per irrigare i campi. Poi la storia della Darsena la sappiamo già, sponde diventate un parcheggio pubblico, poi il parcheggio sotterraneo voluto negli anni 2000 ma poi mai realizzato ne decreta quasi la fine. Poi Expo da una mano e finalmente due anni fa partirono i lavori col progetto Bodin, vincitore del Concorso Internazionale, per ridare una nuova veste al bacino d'acqua. Per la memoria dell'antico uso avrebbero potuto rimettere o ricostruire almeno una vecchia gru.


Chiudendo al commercio la Darsena anche i barconi che affollavano il porticciolo si sono istinti nell'area milanese. Attualmente sopravvivono solo un paio di esemplari delle antiche "chiatte milanesi", tutte in precario stato di conservazione. Il progetto di recupero avviato dall'Associazione Navigli Live intende salvare dal degrado e dalla conseguente distruzione questa testimonianza di un passato di lavoro e fatica, simbolo della cultura materiale milanese, e di riportarla al centro del Sistema dei Navigli, nella Darsena di Porta Ticinese. In pratica si è proposta di recuperare, restaurare e posizionare nel rinnovato porto cittadino (almeno) un barcone storico che consenta di allestire uno spazio modulare in grado di ospitare spettacoli e funzioni espositive/culturali, ma pensato specificatamente quale laboratorio didattico dedicato ai Navigli tra passato e futuro.

Si tratta di un progetto di recupero storico dal forte valore evocativo e simbolico il cui senso ci pare ben riassunto da questo pensiero di Emilio Tadini (pittore, scultore e poeta italiano. 1927-2002)

"Milano ha un bisogno assoluto di segni forti. Per riconoscersi. Per riorganizzare la propria memoria. Per dare coesione alle proprie forze, destinandole a una azione futura. E' un'esigenza essenziale che non può essere ignorata, questa. E la cultura è l'anima di una città, la lingua ben connessa attraverso la quale una città parla per esprimere il senso più profondo del proprio esistere."



Le barche o chiatte sono a fondo piatto, assai larghe. Le più grosse, le cagnone, misurano 23,5 metri per 4,75 e hanno una portata di 40 tonnellate; le barche mezzane o ossolane, lunghe attorno ai 20 metri con un carico di 30 tonnellate e via via borcelli e battelle (usate per ridiscendere i cavalli) e barche più piccole impiegate per i traffici locali. Nessuno scafo poteva pescare a pieno carico più di 75 centimetri, era vietato navigare nelle ore notturne e assolutamente interdetto il sorpasso tra natanti in movimento. Gli equipaggi per cagnone e mezzane erano almeno di quattro uomini: a governare il timone era, sul fiume, l'uomo più esperto, la guida, lungo il naviglio erano i navalestri e in città il padrone del fosso. La discesa da Tornavento alla darsena durava circa sette/nove ore.

La Darsena è uno dei simboli dell'identità milanese, fulcro di quel sistema dei Navigli da cui la città e il suo Duomo traggono origine, un “monumento idraulico” tutelato dalla Soprintendenza. Oggi, con il ripristino della funzione portuale (come richiesto da 500.000 cittadini nel referendum del 2011) è necessario valorizzarne la memoria, iniziando a costruire sulla storia le basi del futuro. A tal fine l'Associazione Navigli Live ritiene opportuno e necessario riportare in Darsena uno degli ultimi barconi ("barcun"), testimonianza del porto e delle vie d'acqua quali principali corridoi commerciali a servizio di Milano.
L'iconografia dei secoli passati ci mostra i barconi come elementi imprescindibili e caratteristici del paesaggio storico del bacino e il loro recupero aggiunge dunque valore paesaggistico e filologico al restauro e alla riqualificazione funzionale già messi in atto.


Fonte: Associazione Navigli Live e Wikipedia

Foto del percorso del barcone lungo il naviglio da Ridateci la Darsena pagina Facebook


Barcone Naviglio durante il restauro a Castelletto di Cuggiono

Barcone Naviglio si parte


Barcone Naviglio Bernate 

Barcone Naviglio Boffalora

Le nostre foto di questa mattina














Foto Navigli Lombardi







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