Piazza San Fedele e la facciata della chiesa |
Piantina chiesa |
Qui vi era già un'antica chiesa, più piccola dell'attuale San Fedele. La primitiva chiesa doveva esser stata a sua volta edificata su di un più antico edifico sacro dedicato a Santa Maria in Solariolo o Solario, perché sorgeva proprio al fianco di un edificio medievale che aveva la caratteristica lombarda dei portici nel piano inferiore e una sala con funzioni pubbliche al piano superiore (il coperto). La struttura venne affidata ai Gesuiti nel 1567, poco dopo il loro arrivo nel capoluogo lombardo nel 1563. I quali dovettero metter mano alle vecchie mura restaurando e ingrandendo gli spazi. La chiesa entrò nel programma di riordino della diocesi voluto da Carlo Borromeo. Così venne incaricato l'architetto Pellegrino Tibaldi nel 1569 per riprogettare il luogo di culto coi nuovi canoni e le esigenze dettate dal Concilio di Trento, prevedendo un edificio a navata unica, che esaltasse la centralità dell'altare per la celebrazione eucaristica e prevedesse un pulpito laterale per facilitare la predicazione. La chiesa venne consacrata dallo stesso San Carlo Borromeo nel 1579 anche se non del tutto completata. I lavori proseguirono poi per mano di Martino Bassi e Francesco Maria Richini che eresse la cupola nel 1684. Nel 1723 fu prolungata l'abside ed infine nel 1835 si compì finalmente la facciata secondo i disegni del Pellegrini.
La facciata dopo i bombardamenti |
San Fedele venne gravemente danneggiata durante la seconda guerra mondiale, soprattutto la facciata, che venne riparata negli anni successivi.
Nelle cappelle laterali si trovano molte opere d'arte. Nella prima cappella a sinistra, ad esempio vi è una bellissima deposizione di Simone Peterzano del 1584, maestro del Caravaggio che sicuramente ha inluenzato la mano del più grande pittore di tutti i tempi. Segue sempre a sinistra il pulpito in legno del 1600 e la cappella della madonna della Scala, con l'affresco strappato dalla chiesa di Santa Maria della Scala (chiesa gotica che si trovava al posto del teatro alla Scala).
Alla sinistra dell'altare maggiore vi è una lapide in bronzo che ricorda il punto dove era solito pregare Alessandro Manzoni che abitava proprio dietro la chiesa.
La deposizione di Simone Peterzano |
Madonna di Santa Maria della Scala |
L'abside è interessante per il bellissimo coro in legno del 400 proveniente anch'esso dalla demolita chiesa di Santa Maria della Scala.
Da una porticina si accede alla Sacrestia, progettata da Francesco Maria Richini tra il 1624 e 1628. Nella prima sala si trovano due dipinti provenienti da Santa Maria della Scala e una bellissima fontana per lavarsi le mani. La grande Sacrestia è completamente rivestita da armadi intagliati dovuti a Daniele Ferrari nel 1639.
Madonna del Latte o dei Torriani |
La visita a questa meraviglia è aiutata dai volontari del Turing Club Italiano con l'operazione Aperti per Voi. Purtroppo i visitatori sono sempre pochi per questo gioiello artistico milanese.