mercoledì 24 dicembre 2014

Zona Scala - Chiese scomparse: San Giovanni decollato alle Case Rotte

Le famose soppressioni di Giuseppe II d'Asburgo attuate a cavallo del decennio 1780/90 decretarono la morte e la sparizione di centinaia di chiese e conventi a Milano e non solo. Una di queste vittime è stata la bellissima chiesa barocca di San Giovanni decollato alle Case Rotte.


ViaCase Rotte e la facciata barocca della chiesa. A destra il lato di palazzo Marino

Le origini di questa chiesa si identificano in epoca medievale. Essa fu edificata nel 1390 su un'area appartenuta ai Della Torre, che nel 1311 persero il potere ad opera dei Visconti, nuovi signori e duchi di Milano. Come è noto, tutte le case dei Torriani furono saccheggiate e rase al suolo da lì il nome odierno della cvi a delle Case Rotte.
All'incirca dove sorgeva il palazzo Toriano fu per l'appunto costruita una piccola chiesa a cappella dedicata a Santa Veronica. La vecchia chiesa risultava costruita in laterizio ad arco acuto, il tetto era coperto con tavole, aveva un'abside, dove si trovava l'altare maggiore. Sull'ampia facciata vi erano due porte di luce diversa fra loro, mentre all'interno vi erano due cappelle una di fronte all'altra. Quella di destra dedicata a Maria vergine, l'altra di sinistra intitolata San Giovanni battista.


Piantina della chiesa precedente
Già modificata nel 1420 è nel 1569 che si decise un completo rinnovamento della chiesa oramai vetusta su interesse del cardinale Borromeo con incarico a Pellegrino Tibaldi (Puria, 1527 – Milano, 1596).
E' però nel 1654 che l'aspetto della chiesa assunse l'aspetto finale che giunse fino alla sua demolizione, aspetto progettato da Francesco Maria Richini (Milano, 1584-1658) e portato a termine dal figlio Gian Domenico che prese il posto del padre il quale morì il 24 aprile 1658.

Il nuovo progetto del Richini


Facciata della chiesa

L'ingresso a colonne binate

Nella stesura del progetto della nuova chiesa il Richini dovette superare non pochi problemi. Il quesito più evidente era rappresentato dal rapporto tra la nuova costruzione e quella preesistente e l'esiguo spazio a disposizione, nonché il restauro dei fabbricati della scuola fronteggianti le via Case Rotte fino al fianco della costruendo chiesa di San Fedele.

La soluzione del Richini consistette in un aula unica a pianta ottagonale inscritta in un ellissi con due lati molto più lunghi degli altri dove vennero allestite due cappelle. Era riccamente decorato da affreschi e stucchi principalmente settecenteschi. La facciata che si affacciava sulla via Case Rotte, era impostata su due ordini, l'inferiore costituito da un atrio a tre arcate sorrette da due coppie di colonne binate, che formavano un piccolo vestibolo chiuso da una cancellata e quello superiore sormontato da un sobrio timpano dando l'impressione di un palazzo nobiliare anziché di una chiesa.

Le decorazioni interne

L'altare di destra

L'altare del 1700



Decorazioni


L'affresco centrale









Le due cappelle laterali vennero arricchite da due dipinti di gran pregio, per l'altare di sinistra fu commissionato e super pagato nientemeno che Salvator Rosa (noto pittore napoletano operante a Roma) per una Madonna del Suffragio mentre per la cappella dirimpettaia fu scelto Francesco Cairo che dipinse la Decollazione del Battista.

Salvator Rosa - Madonna del Suffragio
Francesco Cairo - Decollazione del Battista


Madonna del Latte o dei Torriani. Ornava una cappella della famiglia Torriani, finita poi nell'atrio della chiesa di San Giovanni Decollato, vi rimase fino alla demolizione e quindi portata all'interno della sacrestia di San Fedele.


La chiesa, dopo le soppressioni di Giuseppe II nel 1794 iniziò una lenta decadenza fino ad essere chiusa al culto nel 1874. al comune di Milano che la chiuse al culto e ne fece la sede di alcuni uffici.

Spogliata di gran parte delle sue opere e di alcuni affreschi (oggi alcuni di essi si trovano nei depositi del Castello Sforzesco), la navata principale venne trasformata in archivio con scaffalature per il vicino palazzo Marino. Fu demolita nel 1906 per permettere la costruzione del nuovo Palazzo della Banca Commerciale Italiana e l'allargamento della via.

Tormentate furono le vicende che riguardano il dipinto ad olio su tela 285 × 185 cm di Salvator Rosa, la cosiddetta Madonna del suffragio o anche pala delle anime del Purgatorio, catalogata con il numero 606 nel catalogo della pinacoteca di Brera, ma in deposito presso il comando Generale della Guardia di Finanza a Roma dal 1965. Questo dipinto rimase nella sua chiesa di San Giovanni decollato alle case rotte nonostante questa venisse soppressa nel 1784, fino a quando venne requisito dalle milizie francesi che lo inviarono a Parigi dove giunse il 31 luglio 1798. Da Parigi, dopo la caduta di Napoleone, fu spedito a Vienna. Dalla capitale austriaca per interessamento del vice direttore della Galleria imperiale di Vienna, fu restituito a Milano l'8 febbraio 1816. 

Piazza della Scala e sullo sfondo la demolita chiesa di San Giovanni decollato

L'altare maggiore venne trasportato a Viconago, i due angeli laterali al ciborio passarono a decorare la fontana del museo Poldi Pezzoli. Da questo periodo in poi vennero dispersi arredi e quadri: alcuni di essi furono traslati nella vicina chiesa di San Fedele, altri in San Bernardino.

Parte della facciata della chiesa fu ricollocata nel 1924 grazie all'intervento dell'architetto Paolo Mezzanotte sul fianco destro della chiesa di Santa Maria Segreta, in via Ariosto.

Tutto ciò perso per sempre o quasi, una perdita veramente importante per la città di Milano che per il progresso ha sempre sacrificato piccoli gioielli dell'arte e della storia.


Demolizioni in corso

Demolizioni in corso

Demolizioni in corso

Prospetto degli edifici a confronto con la nuova facciata della Banca Commerciale

Facciata della chiesa San Giovanni decollato




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