giovedì 23 luglio 2015

Zona Lazio - Il castello di piazzale Libia

In un angolo dell'enorme e verdeggiante piazzale Libia si trova un grazioso Palazzo-Castello. Si tratta della Casa Lisio, un elegante palazzina eclettica fatta costruire negli anni Venti del Novecento dai coniugi Lisio, Giuseppe e Fidalma, con l'intento di ricreare un palazzo fiorentino del Rinascimento. Originariamente ai piani inferiori vi era un setificio di proprietà della famiglia, mentre al primo piano vi era l'appartamento patronale con grandi saloni illuminati da grandi finestre e ai piani superiori si trovavano gli appartamenti della servitù.
Esternamente il palazzo ha un grande zoccolo in bugnato che agli angoli viene mantenuto fino al tetto; il resto è intonacato a richiamare una fortezza rinascimentale. Le finestre sono ad arco segnate da una cornice in pietra. Ferri battuti caratterizzano le inferiate al piano terra, in stile liberty, che raffigurano fasi della lavorazione della seta, dalla raccolta dei bozzoli alla filatura.
Anche gli interni, impossibili da visitare poiché si tratta di un palazzo privato, sono decorati in stile rinascimentale.
Un grande affresco all'ingresso di Via Silio Italico 3 illustra il commercio della seta, mentre le scale e l'ascensore sono decorati in ferro battuto floreale riproducente rami di gelso.


Giuseppe Lisio nacque nel 1870 a Roccamontepiano in provincia di Chieti. Arrivò a Milano per lavorare presso i laboratori tessili di Luigi Osnago, nel 1906 aprì a Firenze il suo primo negozio e un laboratorio.
Il successo dei suoi tessuti si affermano sul mercato italiano ed estero diventando un marchio che è sinonimo di alto artigianato e manufatti di grande pregio.
Così dopo l’apertura a Roma del secondo negozio e lo spostamento a Milano nel 1924 del laboratorio e l’apertura del negozio milanese, l’attività della Manifattura LISIO è in pieno sviluppo soprattutto nei seguenti anni Trenta.

Sono anche gli anni dell’amicizia di Giuseppe Lisio con Gabriele D’Annunzio (che ispirerà motti che verranno decorati sui dipinti dello scalone della Casa Lisio) e dei contatti con esponenti della cultura e dell’arte contemporanei: come l’architetto Gian Carlo Maroni, Francesco Paolo Michetti, Giò Ponti, Fede Cheti. Le case regnanti, le ambasciate, gli esponenti della nobiltà, le alte cariche ecclesiastiche sono i maggiori clienti delle “botteghe” LISIO.

Nel 1943 il bombardamento di Milano provoca gravi danni alla casa che Lisio aveva fatto costruire per propria dimora e per ospitare il laboratorio; la situazione storica del momento è molto grave, i quattro negozi LISIO (nel 1933 era stato aperto un punto vendita anche a Parigi) chiudono.
Il 16 aprile 1943 Giuseppe Lisio muore nella sua casa di Rapallo.

Negli anni Cinquanta l'edificio viene restaurato e ai piani inferiori rimane come laboratorio per confezioni e maglieria per lungo tempo ancora.

Recentemente l'edificio è stato completamente ristrutturato per essere trasformato in residenziale anche dove vi erano gli uffici e i magazzini. 
L'intervento di risanamento conservativo e ristrutturazione è stato a cura dell'Architetto Luisa Cortese che ha creato un giardino pensile all'interno con box al di sotto e ha attuato anche un restauro conservativo delle decorazioni e delle pavimentazioni interne. Inoltre è stato previsto il recupero ai fini abitativi del sottotetto esistente.



Fonti: Milanopolicroma e Fondazione Lisio













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