Il Fai (Fondo Ambiente Italiano: vedi sito) ogni anno, da 22 anni, organizza un weekend di due giornate primaverili in occasione delle quali (grazie alle offerte, alle quote degli iscritti, ai contributi statali e ai capitali privati) può aprire le porte di luoghi, monumenti e sedi storiche in generale, che solitamente sono chiuse al pubblico (non tutte, ma in larga parte). In più, i luoghi aperti dal Fai per i due giorni (spesso variano di anno in anno) sono visitabili gratuitamente - ma un'offerta libera è sempre buona cosa fare.
Anche quest'anno a Milano il Fai ha regalato l'opportunità di visitare luoghi molto interessanti: sono ben 17 siti in quest'occasione. Uno su tutti però spicca particolarmente: l'Albergo Diurni "Venezia" in Porta Venezia, a livello sotterraneo, che si cela sotto i nostri piedi in Piazzale Oberdan. Su UrbanFile ne abbiamo parlato molto, questa è la prima occasione dalla sua definitiva chiusura nel 2003 in cui si è reso nuovamente visitabile. E' probabilmente stato il bene più visitato a Milano.
Comunque, anche quest'anno noi di UrbanFile abbiamo partecipato alle Giornate del Fai. Io personalmente ho visitato quattro luoghi che ho trovato molto interessanti e di cui allego alcune foto e una breve descrizione+commento: il Diurno di Porta Venezia; l'ex-OMV "Squadra Rialzo Milano Centrale" con treni, vagoni e locomotive d'epoca; il Palazzo Lombardia con visita guidata allo skyline milanese dall'attico del 39° piano; il Velodromo Vigorelli, oggi ridotto ad ombra del suo maestoso passato.
Diurno di Porta Venezia
Completato nel 1925 (come recita la pavimentazione, vedi foto sotto) su progetto di Piero Portaluppi, ha servito milanesi e non solo (con gioie e dolori alterni, e continue alterazioni) fino al 2003, quando è stato definitivamente chiuso. Il luogo è uno spettacolare esempio di art déco ed è testimonianza rimasta pressoché intatta (più che altro con molte mancanze di oggetti e mobilio, ma senza modifiche), costituendo un affascinante e prezioso luogo non solo di documentazione storica, ma anche di effettiva bellezza. Ne è stata modificata l'entrata negli anni Sessanta quando la costruzione della metropolitana ha cambiato un poco le carte in tavola. Oggi si discute con interesse crescente di questo luogo.
La nostra speranza è che:
1. Si attui un efficace intervento di restauro conservativo, volto a ripristinare per quanto possibile lo spazio così com'era, riparando le infiltrazioni di umidità, i lucernari, la struttura e gli scrostamenti delle pareti.
2. Si ripuliscano e riordino gli elementi del Diurno che si affacciano sopra il livello stradale: il Portico d'ingresso (attualmente transennato e "rigoglioso" di erbacce, e privo dei vetri di cristallo che un tempo lo adornavano) e le due finte Colonne, che in realtà sono comignoli ad uso del ricambio d'aria (a loro volta sono transennate, rovinate, ricoperte d'erba e muschio). Questi tre elementi andrebbero ripuliti e restituiti allo spazio pubblico della piazza (che a sua volta necessita di un importante intervento: noi avevamo lanciato una proposta per un Piazzale delle Civiltà)
3. Il Comune ricerchi in tutti i suoi depositi il secondo Portico, che faceva da ingresso principale e che con la realizzazione della metropolitana è stato rimosso. Si dice infatti che sia custodito (dimenticato) da tempo in uno dei depositi comunali.
4. Lo spazio diventi visitabile, e si adoperi molto dello spazio rimasto vuoto (come la sala d'attesa) ad uso espositivo (per esempio, per piccole mostre temporanee, progetti di architettura al vaglio, mostre fotografiche e pittoriche di giovani studenti, o una piccola mostra sulla Milano perduta o sui Segreti di Milano).
5. La nostra ambizione più grande è che la limitrofa Cineteca di Piazza Oberdan, con la sua sala estremamente preziosa e frequentata (lo Spazio Oberdan), la quale è sotto il livello del terreno, venga collegata con un sottopassaggio proprio al Diurno. Il Diurno completerebbe così un grande polo culturale ed espositivo (l'Oberdan già ospita molte rassegne e mostre, fotografiche e pittoriche). Si potrebbe pensare anche a un allestimento, nel piccolo locale della "sala d'attesa", di una piccolissima sala cinematografica (dimensioni della Sala Pasinetti della Mostra del cinema di Venezia, per intenderci) dedicata a proiezioni speciali (cortometraggi a ripetizione, documentari, repertorio su Milano, ecc)
Alcune delle mie foto:
Ex-OMV - Squadra Rialzo Milano Centrale
Si tratta di una sorta di edificio-fabbrica risalente ad inizio '900 (anni Venti / Trenta), preposto alla manutenzione dei treni (vagoni e locomotive) e del materiale rotabile. Si chiama "Squadra Rialzo" proprio perché i vagoni, come le automobili dal meccanico, venivano alzati con delle impalcature, e gli operai da delle "trincee" intervenivano al di sotto. Il luogo ha un fascino fortissimo ed è reso ancor più intrigante grazie all'interessamento di associazioni di appassionati di ferrovie e treni, e alla neo-costituita Fondazione FS. Si sta così lentamente creando un luogo museale in cui sono stati riuniti treni, convogli, vagoni e locomotive (ce n'è pure una a vapore tutt'ora funzionante!), parte dei quali visitabili: vi si può salire e si attraversano, e la sensazione è unica. Si viene trasportati indietro di quasi un secolo.
La speranza è che, grazie alla cooperazione tra le associazioni e Fondazione FS (e con la pubblicità generata dal Fai), la Squadra Rialzo Milano Centrale (luogo non più in attività) venga convertito in un museo. La città e i turisti sarebbero molto grati, è un luogo notevole.
Palazzo Lombardia
Aperto nel 2010, costato 400 milioni di euro e consistente in 39 piani (collegati da un ascensore che impiega poco meno di venti secondi a percorrere tutta l'altezza), il Palazzo Lombardia è il capolavoro di architettura a Milano tra i due decenni del nuovo secolo: vi si può guardare come ad un grattacielo che ha sancito l'inizio di un "Rinascimento verticale" milanese. Ha fatto da apripista a tutte le creature di Porta Nuova (la torre Pelli, il Diamantone, il Bosco Verticale e la Solaria), al restyling delle Torri Tecniche ad opera di Technimont, e presto anche all'arrivo del "Dritto" di Isozaki e delle Tre Torri di CityLife in generale.
Il 39° piano è adibito ad attico di visita ed è affittabile per eventi privati, conferenze e quant'altro. Dispone anche di un'affascinante terrazza.
Velodromo Maspes-Vigorelli
La famosa pista di ciclismo in interno, fortemente voluta dall'assessore Giuseppe Vigorelli, fu inaugurata il 28 ottobre 1935. Venne realizzata al posto dell'antiquato Velodromo Sempione. Il Velodromo Maspes-Vigorelli è tuttavia mutato molto negli anni: l'originaria pista in legno di pino siberiano (trasportata da Roma) è andata distrutta nei bombardamenti del '43 e sostituita da una pista più comune, mentre la struttura di copertura ha ceduto sotto il peso della straordinaria nevicata del 1985 e se n'è dovuta costruita una nuova. Tra i pochi residui originari restano gli spalti in calcestruzzo armato e i (maltenuti) corridoi della struttura interna, in cui si è cercato di allestire (un po' frettolosamente e con scarsi risultati) una galleria di foto, ricordi, articoli e ritagli di giornale. Con la "crisi" del ciclismo su pista interna, il Velodromo è stato (ed è) utilizzato perlopiù come campo per le partite di football americano. La struttura ci ha convinto poco, pare solo l'ombra di ciò che era un tempo e di fatto, attualmente, non appare molto diverso da altri palazzetti sportivi. La necessità (già espressa negli ultimi due anni dal Comune) di un progetto con cui recuperare, riqualificare e rilanciare la struttura, non è solo necessaria: è indispensabile. Così come le circostanti vie Arona e Corleone versano in cattivo stato.
Curiosità: vi si esibirono i Beatles nel '65, e in memoria sono apposte ben due targhe. Vi si esibirono anche i Led Zeppelin nel '71, ma forse per via dei furenti scontri che hanno avuto luogo quella sera, non sono state affisse targhe.
Il corridoio in degrado dove si è allestita alla bell'e meglio una galleria di memorie ciclistiche |
Infiltrazioni d'umidità nei corridoi degli spogliatoi |