Molto spesso abbiamo menzionato il grande piazzale di Milano, Piazzale Loreto. Più famoso per l'importanza strategica che per bellezza. Palazzi sorti velocemente nel dopoguerra, senza un vero intento architettonico, se non pochissimi casi, come il palazzo d'angolo con Via Porpora e Via Andrea Costa, o il palazzo per uffici tra Viale Monza e Via Padova. Per il resto una grande rotonda con due cespugli verdi e tanto catrame.
Per i pedoni gli attraversamenti sono sempre stati un problema, soprattutto per chi da Corso Buenos Aires vuole proseguire per Viale Monza o Via Padova (i più frequentati), infatti per attraversare bisogna fare un lungo percorso fino a Viale Brianza per poter attraversare oppure scendere nella metropolitana dove c'è il mezzanino che unisce gli angoli opposti del grande piazzale. Molti pedoni attraversano la piazza dove non devono per accorciare il percorso, soprattutto da dove si trova l'UPIM verso il McDonald's e viceversa, rischiando di venire investiti.
In questi giorni è apparso un articolo su La Repubblica con delle dichiarazioni da parte del Comune a proposito di un futuro rifacimento del grande piazzale.
Da Slargo informe e caotico a piazza urbana viva e vissuta dalla città.
Il progetto è di rendere piazzale Loreto meno 'autocentrico', sganciandolo dalle necessità del traffico secondo l'impostazione classica degli anni Sessanta: auto sopra, metropolitana sotto, pedoni attorno, livelli tutti sganciati. Si cambia filosofia. Questo è il sogno di Palazzo Marino per uno degli incroci più affollati, che è stato tribunale partigiano, luogo simbolo nella storia di Milano. Ci stanno lavorando gli esperti dell'Amat (Agenzia mobilità ambiente territorio, società del Comune) assieme a un team di consulenti di Mobility in chain.
Oggi il 56 per cento del piazzale è occupato dal traffico automobilistico, il 25 per cento è considerato terra di nessuno e il 19 per cento, di fatto i marciapiedi intorno al rondò, ha una vocazione pedonale. La missione è garantire più o meno gli stessi flussi di traffico (49 per cento), assicurano i tecnici, ridisegnandoli. Ma raddoppiare gli spazi pedonali e abbattere al cinque per cento la porzione di piazza inutilizzata. Già due anni fa, d'estate, si era tentato un esperimento. Sul modello della newyorkese Columbus Circle: una rotatoria 'obbligata', con l'interruzione della linea continua che unisce corso Buenos Aires a viale Monza attraversando la piazza. Il nuovo progetto, ancora in divenire e da realizzare dopo l'Expo - anche perché servono almeno dieci milioni, tutti da trovare -, potrebbe mantenere questa impostazione.
"Un'iniziativa su cui inizieremo a lavorare seriamente dopo l'Expo - spiega l'assessore alla Mobilità, Pierfrancesco Maran - per recuperare una delle piazze che abbiamo lasciato diventare uno svincolo: il nostro non è solo un progetto di mobilità ma un lavoro urbanistico, e anche sociologico".
Noi abbiamo pensato subito ad un esempio che si trova a Stoccolma, Sergels Torg, la piazza del quartiere dello shopping e degli affari nella capitale svedese, e l'abbiamo adeguata a Piazzale Loreto con un po' di fantasia. Purtroppo per i palazzi non si può fare nulla o poco, essendo questi proprietà private.
Questo è un semplice esempio, ribadiamo, non un effettivo progetto.