Assolto, perché il giudice ha riconosciuto il valore artistico del graffito che stava facendo. La sentenza del tribunale di Milano nei confronti del writer che si firma Manu Invisible, fermato dalla polizia mentre dipingeva sotto il ponte di via Piranesi, è destinata a riaccendere il dibattito sulle opere clandestine dei graffitari. Il giudice infatti ha ritenuto che "le capacità artistiche di "Manu Invisible" erano già state pubblicamente riconosciute e che il muro su cui stava realizzando l'opera era già stato imbrattato da altri. Il writer ha festeggiato l'assoluzione con un'ultima opera realizzata (con autorizzazione questa volta) su un muro di Segrate: un graffito che raffigura il processo, con tanto di giudice, pm, avvocato e scritta "La legge è uguale per tutti". Un'opera con un'ambientazione scura e grigia, dove l'unico elemento di colore è l'imputato. "A simboleggiare - spiega il writer - che in questi processi sotto accusa non è il singolo artista, ma la creatività stessa"
(Luca De Vito) La Repubblica
Il murale di Manu Invisible |
Esempi all'estero di murales intelligenti