venerdì 4 aprile 2014

Milano - C'è muro e muro

In questi giorni un writer o street artist è stato assolto dall'accusa di vandalismo. Noi di Urbanfile siamo a favore di interventi di street art purché i muri o le superfici imbrattate siano dei muri ciechi e non muri di facciate, muri di monumenti o simili. Anzi, io proporrei ai writer di colorare (in modo artistico, condannando chi imbratta e lascia le tag) tutti i muri ciechi di questa città. Muri di cavalcavia, pareti cieche di palazzi. Forse sarebbe un metodo bello per venire incontro alle esigenze dei writer stessi e al decoro urbano. Non sarebbe una cosa fantastica?

Assolto, perché il giudice ha riconosciuto il valore artistico del graffito che stava facendo. La sentenza del tribunale di Milano nei confronti del writer che si firma Manu Invisible, fermato dalla polizia mentre dipingeva sotto il ponte di via Piranesi, è destinata a riaccendere il dibattito sulle opere clandestine dei graffitari. Il giudice infatti ha ritenuto che "le capacità artistiche di "Manu Invisible" erano già state pubblicamente riconosciute e che il muro su cui stava realizzando l'opera era già stato imbrattato da altri. Il writer ha festeggiato l'assoluzione con un'ultima opera realizzata (con autorizzazione questa volta) su un muro di Segrate: un graffito che raffigura il processo, con tanto di giudice, pm, avvocato e scritta "La legge è uguale per tutti". Un'opera con un'ambientazione scura e grigia, dove l'unico elemento di colore è l'imputato. "A simboleggiare - spiega il writer - che in questi processi sotto accusa non è il singolo artista, ma la creatività stessa" 

(Luca De Vito) La Repubblica



Il murale di Manu Invisible




Esempi all'estero di murales intelligenti




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