Esempi di strutture finite nell'oblio del tempo si trovano: in piazzale Principessa Clotilde, dove si trovano dei bagni sotterranei; in via Argelati; in via Zarotto c’è un vecchio lavatoio; in via Anfossi, a due passi da via Cadore, si trovano delle docce; in via Marcello Pucci e via Pietro Pancrazi, poco distante da corso Sempione, altre docce; a Niguarda, nel piazzale dell’Ospedale c’è un bagno sotterraneo; tra via Otranto e via Carbonia a Quarto Oggiaro ci sono sia docce sia lavatoi; come in via Figino; docce in via Livigno e in via Esterle e un lavatoio in via Trenno, zona San Siro; mentre nella centralissima via Cusani c’erano dei servizi igienici che poi sono stati demoliti.
Ad esempio in via Palestro è stato elaborato nel 2006 un progetto preliminare di recupero dei bagni pubblici interrati che risalgono al 1910. Con una superficie di 135 metri quadrati, necessitano di interventi come l’impermealizzazione della copertura, il risanamento delle murature, il restauro dei servizi igienici, dei serramenti e dei rivestimenti ceramici. Nel progetto era previsto, inoltre, un nuovo impianto elettrico e di ventilazione. Il costo stimato era di 490.000 euro, la durata dei lavori era fissata in 27 mesi.
“Milano è sempre stata all’avanguardia: oggi come allora abbiamo alcuni beni da recuperare e valorizzare, da piazza XXIV Maggio a via Palestro. L’impegno dell’Amministrazione è di individuare beni come questi abbandonati da anni, poi decideremo come valorizzarli”, ha dichiarato l’assessore ai Lavori pubblici e Arredo urbano Carmela Rozza.
Unica nota che aggiungiamo noi di Urbanfile è che se mai riuscissero a recuperare questi spazi, la speranza è che ne venga mantenuta la cura e che non tornino ad essere delle latrine a cielo aperto.
Bagni pubblici di Via Palestro |
Bagni pubblici in via Esterle 15 |
Notizia elaborata dal sito del Comune e dal Corriere della Sera