martedì 23 aprile 2013

Il Padiglione Italia per L'EXPO 2015: l’albero della vita.

Nemesi&Partners di Roma con Proger di Pescara e BMS Progetti di Milano.




Il concept: uno spazio che dialoga con l’ambiente circostante

L’albero della vita. Questo simbolo, stimolante sotto il profilo figurativo, ci interessa soprattutto per il valore della interconnessione che l’albero della vita rappresenta: attraverso le sue fronde l’albero della Vita stabilisce un contatto con l’uomo che lo rigenera e lo nutre e quel nutrimento diventa energia vitale quando si diffonde alla comunità degli uomini.
Il progetto dell’architettura del Padiglione Italia si costruisce come una comunità riunita attorno alla sua piazza: è il vuoto che accoglie il fulcro simbolico dello spazio espositivo e che dà forma ai volumi dell’architettura; la stessa architettura è concepita non come un unico contenitore, ma come un sistema di volumi/spazi in relazione sistemica tra loro (rievocando la nostra tradizione storica, si potrebbe dire come un borgo attorno a una piazza).

Il Padiglione Italia sarà il luogo in cui l’architettura-paesaggio-natura (volumi/radici/foresta) e l’architettura-paesaggio-urbanità (vuoto/borgo/piazza) si incontrano e si fondono, rompendo lo schema della scatola espositiva, per dare vita al Paesaggio-Italia, nella sua essenza più profonda e vera di armonia e coesione tra architettura-urbanità e natura.

In contrapposizione ad un’architettura che è altro rispetto al paesaggio, qui l’architettura è paesaggio.
Attraverso l’immagine avvolgente e accogliente del nuovo Padiglione Italia - scrivono i progettisti - intendiamo dare vita e forma al tema della connessione e della condivisione, e quindi al valore della Comunità, inteso sia come aspetto peculiare del Paese-Italia, sia come invito a tutto il mondo ad una maggiore responsabilità e solidarietà nella condivisione e gestione delle risorse del Pianeta.”
Palazzo Italia: architettura, urbanità e natura




L’articolazione volumetrica del progetto è basata su quattro blocchi principali, organizzati intorno ad un vuoto-piazza centrale, collegati tra loro da elementi-ponte; al loro interno sono organizzate le macro funzioni principali: area espositiva, auditorium, uffici e sale riunioni.
I quattro volumi architettonici, come se si trattasse di alberi, presentano degli appoggi massivi puntuali a terra che simulano le grandi “radici” del percorso espositivo del piano terra; gli stessi volumi, visti dall’interno della piazza, aprendosi e ampliandosi verso l’alto, si liberano poi con “chiome” leggere, attraverso superfici vetrate su cui si allungano “rami” che in maniera dinamica tessono la trama di queste chiome.

La forma dell’edificio prevede inoltre un grande spazio interno aperto, la cui chiusura superiore sarà realizzata mediante un lucernario vetrato.
Ribaltando il concetto tradizionale di scatola espositiva, il Palazzo Italia accoglie il visitatore al piano terra con uno spazio aperto, permeabile e avvolgente, posto in continuità con il percorso espositivo principale del Cardo.

Un livello mezzanino prevede lo spazio Vivaio, per attività ed eventi legati ai giovani talenti, così come ai temi della ricerca ed innovazione.
Da qui il visitatore ha accesso ai livelli espositivi, dove, attraverso un percorso circolare, avrà modo di
percorrere interamente lo spazio architettonico, riprendendo poi la scala per raggiungere i livelli successivi.

I due ampi gusci vetrati posti in corrispondenza dell’ultimo piano e che fungono da copertura delle funzioni ristorante e auditorium permettono, inoltre, una vista panoramica sull’intero organismo edilizio e sul cielo.


Sostenibilità ambientale: verso un organismo architettonico energicamente indipendente

Il progetto sviluppa l’idea di un organismo architettonico il più possibile energicamente indipendente, in cui è garantito al massimo l’equilibrio tra produzione e consumo d’energia.
L’obiettivo è ridurre al minimo il prelievo di energia dalle reti esterne, configurando la struttura come nZEB (nearly Zero Energy Building) in linea con i dettami della direttiva europea EPBD ed in classe A+, ai sensi del sistema di certificazione CENED vigente in Regione Lombardia.
Il concept progettuale individua alcune scelte progettuali mirate per ottimizzare al massimo la riduzione dei consumi energetici.

In particolare, la struttura portante sostanzialmente in cemento armato, oltre ad una estrema semplicità realizzativa, offre una forte inerzia strutturale e termica che collabora alla riduzione delle dispersioni; inoltre la facciata tecnologica a doppia pelle riduce la dispersione per irraggiamento grazie a una facciata interna vetrata a bassa emissione e a una contro-facciata esterna in brise soleil di GRC; infine la presenza di giardini pensili contribuisce ad aumentare l’inerzia termica del complesso.
Per quanto riguarda le strategie per il sistema energetico attivo, si predilige l’impiego integrato di specifiche scelte tecnologiche e di soluzioni progettuali; tra queste, per esempio, il vuoto del volume centrale favorisce la movimentazione passiva dell’aria con effetto camino, migliorando le prestazioni dell’edificio sia in estate sia in inverno.

Inoltre viene recuperata e riutilizzata l’acqua piovana, mentre la presenza di pannelli fotovoltaici e l’uso di acqua di falda per i sistemi impiantistici ad alta efficienza sono garanzia di generazione di energia pulita e rinnovabile.

L’involucro: una pelle “ramificata”

La pelle “ramificata” vuole essere allo stesso tempo evocazione della rete intesa come rete sociale e quindi comunità (to meet people, il social network) e al contempo come rete neurale, con riferimento specifico al tema del Vivaio (la rete dove si accendono le idee), connotazione concettuale-funzionale sia del padiglione durante Expo sia della sua riconversione futura ad edificio destinato a ricerca ed innovazione.




Il sistema di facciata, costituito da una doppia pelle tecnologica, vetrata o opaca all’interno e di brise soleil in GRC all’esterno, oltre a garantire la massima riduzione delle dispersioni si presenta come l’interfaccia comunicazionale del nuovo Padiglione Italia.
La pelle esterna dalla tessitura naturale e preziosa, dalla geometria “libera” ma controllata, ha funzione estetica e di controllo dell’irraggiamento solare: vera interfaccia dell’architettura-paesaggio e simbolo, con le sue venature-ramificazioni, dell’energia vitale dell’albero della vita, è l’elemento che regola l’energia dall’esterno all’interno dell’edificio.

Un uso del colore con tonalità naturali e calde, evocanti il legno, caratterizza la seconda pelle del Palazzo Italia, con lievi variazioni cromatiche dall’esterno all’interno dell’edificio.
Le vetrate della pelle interna manterranno invece una colorazione più fredda, con lieve colorazione virante al verde, contribuendo a suggerire la metafora della chioma leggera che si apre tra i rami.
È stata studiata una differenziazione tra le pareti costituenti l’involucro edilizio in base all’esposizione, anche in ragione delle diverse funzioni e destinazioni degli ambienti interni.
La gestione dell’illuminazione diurna e notturna porterà l’edificio a comunicare questi diversi significati a seconda delle modalità in cui sarà illuminato.




I manufatti del Cardo: flessibilità e temporaneità

All’interno dei Manufatti del Cardo al piano terra vengono accolte le funzioni espositive (edifici Cardo
Nord) e la Corte Italiana del Cibo (edifici Cardo Sud), mentre il primo piano, posto alla quota +7,00m, ospita le funzioni istituzionali.
Il piano terra dei manufatti del Cardo risulta più permeabile in relazione alle funzioni ivi accolte; questo aspetto si legge anche nelle volumetrie che risultano leggermente scavate e consentono così l’intreccio dei percorsi pedonali con gli accessi ai padiglioni, soprattutto sul fronte dove si trovano gli Orti.
In termini costruttivi gli edifici del Cardo sono concepiti con una struttura prefabbricata modulare che permetterà una rapida smontabilità/rimontabilità e l’adeguamento a nuove funzioni.









Motivazione della Giuria

Il progetto primo classificato interpreta con particolare cura espressiva ed autonoma interpretazione formale i contenuti del bando, declinando e condividendo con chiara ed esaustiva impronta architettonica il tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” con le prefigurazioni introdotte dal concept.
È apparso evidente come il nucleo architettonico nella sua complessità sia capace di restituire con immediata efficacia il senso della natura che “da rito antico si trasforma in rito della contemporaneità” (estratto della relazione).
Un’architettura a “nido”, un’evidente trasposizione in nuce del vivaio, del senso civico dell’appartenenza ad una comunità.
Lo sviluppo del progetto, sia per le opere temporanee allineate lungo il Cardo sia per Palazzo Italia, consente un graduale e sicuro percorso espositivo e funzionale, descrivendo un impianto planimetrico ricco di suggestioni e mai ripetitivo.
Questa condizione alimenta maggiormente il senso di sorpresa e di curiosità, condizione essenziale per descrivere il senso dell’abitare, la nostra quotidianità e gli spazi della collettività.
Le scelte tecnologiche proposte in un’ottica di sostenibilità ambientale del manufatto risultano essere convincenti, sia per quanto riguarda la progettazione passiva del Palazzo Italia sia per la temporaneità e flessibilità dei manufatti che si affacciano sul Cardo.

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