martedì 6 novembre 2012

Piazza Piemonte, perché si è sempre così "provinciali"

Sempre con grande entusiasmo si inaugurano opere, nuovi spazi, fontane, aiuole. Guardando bene da vicino, però, ci si accorge tante volte della scarsità qualitativa degli interventi. Prendiamo Piazza Piemonte, ad esempio, elegante area risalente a inizio Novecento, coi due palazzi gemelli quasi iconici per la città di Milano. Il Teatro Nazionale, da poco restaurato, è da qualche tempo dedicato ai musical. Dovrebbe regnare complessivamente un'aria da città metropolitana, dal respiro internazionale, dove modernità e tradizione si fondono con armonia, ma non è così.

Da poco è stato sistemato uno spicchio della piazza, dove ora si trova un parcheggio sotterraneo, intervento che, per inciso, ha sollevato non poche polemiche; ma queste diatribe per noi sono consuetudine e non ci meravigliano più.

Vorrei dire la mia:

1 - L'intervento di riqualificazione avrebbe dovuto comprendere la piazza nel suo insieme, non solo nella parte prospiciente il teatro. Ora ci troviamo con un lato "abbellito" in qualche modo e un'ampia porzione invece abbandonata a se stessa e senza una forma definita;

2 - Le uscite del parcheggio - proprio davanti al teatro - sono state collocate in una posizione alquanto infelice, secondo me;

3 - Molto carine le sculture di Aligi Sassu («Il grande ciclista», «Il cavallo di Maia» e «Il dio Pan è morto»). Peccato che siano state buttate lì così, senza un criterio. Me le sarei immaginate inserite in un percorso a verde che attraversa tutta la piazza e non invece quasi ammassate le une sulle altre su piedistalli banali e, per giunta, intorno ad una fontana veramente brutta che pare quella di un centro commerciale.


Dal Corriere della Sera:
L'accordo con la Fondazione Aligi Sassu e Helenita Olivares, che ha permesso di sbloccare la posa delle sculture in piazza Piemonte, nell'ambito del progetto «Parco delle arti» - spiega Palazzo Marino -, nasce da una delibera di Giunta del 21 marzo 2012, seguita l'8 maggio dalla firma dell'accordo, in cui si definiva il rapporto tra le parti. Il Comune di Milano ha così concesso l'area in comodato d'uso gratuito per nove anni (rinnovabile) alla Fondazione, che si occuperà della gestione delle sculture, dalla manutenzione ordinaria a quella straordinaria, dalla custodia alla vigilanza delle opere d'arte. Inoltre, la Fondazione ha la possibilità, in accordo con il Comune, di prelevare le sculture qualora vengano richieste per mostre temporanee o eventi.











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