La proprietà dello storico immobile, Carlyle Group, controllata da Real Estate Sgr, ha dichiarato che il palazzo, una volta sgombro, sarà ristrutturato e rimesso sul mercato. Il Fondo d’investimento Carlyle avrebbe già organizzato un concorso architettonico - dieci, per l'esattezza, gli studi invitati - e successivamente scelto il progetto definitivo, presentato dal francese Jean Michel Wilmotte, che rinnoverà anima e aspetto del palazzo. Stando a quanto leggiamo sul Corriere della Sera, il Comune avrebbe già ricevuto l’esito della gara e risposto con un dossier di osservazioni e richieste di chiarimenti. Nei prossimi mesi si conoscerà dunque il destino di questo grattacielo.
Il vincitore, Jean Michel Wilmotte, sembrerebbe avere tutte le carte in regola e il suo progetto, per ora avvolto nel mistero, potrebbe risultare interessante. Si spera, perlomeno.
Personalmente ho sempre amato questo piccolo grattacielo un po' tozzo di Via Melchiorre Gioia; ho sempre trovato molto bella la sua forma, anche se tozza, col suo colore un po' verdastro e le fasce marcapiano in porpora. Quindi per me è un po' un peccato che il suo aspetto originario venga stravolto e che quindi sia cancellata la sua forma attuale, piccolo esempio di "international style" anni Sessanta. Già ci capitò una cosa simile qualche tempo fa, quando le due torri FS di Porta Garibaldi, esempio di post-moderno anni Ottanta seppur di modesto valore architettonico, furono radicalmente trasformate.
Di seguito alcuni rendering di come il palazzo sarebbe stato ripensato da due dei partecipanti al concorso: due progetti del gruppo Caputo e uno di Progetto CMR.
Versione 1 di Caputo
Versione 2 di Caputo
