Proviamo allora ad elencare alcune delle situazioni più diffuse e proporre soluzioni semplici e meno costose possibile per la comunità.
Cominciamo coi paletti paracarro o dissuasori di sosta. Capita spesso che a Milano se ne trovino di stili diversi affiancati gli uni agli altri o che, divelti o spariti chissà perché, non vengano mai sostituiti tappando il buco dove erano installati alla meno peggio. Non pensiamo sia poi così difficile prestare attenzione ad armonizzare questi oggetti che sono anche elementi d'arredo. Tanto più che capita che vengano rimpiazzati in uno stile diverso dai preesistenti per poi scoprire che poco più in là vengono installati gli stessi che sarebbero andati bene. Le foto ne sono un esempio prese in Corso Sempione a distanza di pochi metri. È solo attenzione a costo zero, e magari un po' di manutenzione.
(a tal proposito: ma il Comune non aveva redatto una linea guida per il nuovo arredo urbano in città che fosse tutto omogeneo)
Il suggerimenti è semplice: in centro si scelga uno, due stili (ad esempio i cosiddetti "parigini") e fuori dalle circonvallazioni si mantengano i paletti d'acciaio. È solo un esempio.
Ci sono poi le cassette di derivazione delle linee elettriche e telefoniche. Quasi sempre imbrattate e ricoperte di annunci di ogni sorta (che sicuramente andranno contro qualche regolamento ma che nessuno si sogna di sanzionare). La prima si trova in Cordusio, pieno centro. La seconda in viale Monza. Basterebbe estendere la buona iniziativa di A2A che ha fatto decorare questo armadietto in Piazza Argentina o affidare alle numerose scuole di arte e design di Milano questi e altri oggetti d'arredo urbano anonimi (ma anche alcune pareti delle stazione del metró) in una sorta di gara ad abbellire la città che ne otterrebbe opere fresche e gradevoli mentre scuole e studenti pubblicità, magari con uno sponsor che metta a disposizione il materiale.
Ci sono poi le cassette di derivazione delle linee elettriche e telefoniche. Quasi sempre imbrattate e ricoperte di annunci di ogni sorta (che sicuramente andranno contro qualche regolamento ma che nessuno si sogna di sanzionare). La prima si trova in Cordusio, pieno centro. La seconda in viale Monza. Basterebbe estendere la buona iniziativa di A2A che ha fatto decorare questo armadietto in Piazza Argentina o affidare alle numerose scuole di arte e design di Milano questi e altri oggetti d'arredo urbano anonimi (ma anche alcune pareti delle stazione del metró) in una sorta di gara ad abbellire la città che ne otterrebbe opere fresche e gradevoli mentre scuole e studenti pubblicità, magari con uno sponsor che metta a disposizione il materiale.
Alex Giorgi per Urbanfile