Piazza Wagner, un triangolo rimasto per sbaglio nella maglia, pianificata a fine Ottocento, delle vie intorno a Piazza Piemonte. Piazza Wagner, insieme a Via Belfiore, faceva parte del piccolo "borgo" che si trovava fuori Porta Vercellina, chiamato Sala, uno di quei piccoli nuclei abitativi sorti attorno ad una vecchia chiesa che col tempo sono stati inglobati dalla crescente Milano. Oggi uniche tracce di questo borgo si trovano solo nel nome della chiesa, San Pietro in Sala, e nell'andamento non ordinato di Via Belfiore e Via Marghera. Alla fine del X secolo si fa risalire la presenza del primo nucleo con chiesa in questa zona lungo la strada per Vercelli e Novara. Un'antica chiesa infatti risalirebbe al 1028, menzionata in un documento che la identifica come dedicata ai Santi Michele e Pietro e consacrata dall'arcivescovo Ariberto da Intimiano.
Nel settembre di quello stesso 1028 si registra la nascita di S. Pietro e Michele in Sala per disposizione del canonico Ottone da Bezo, su un terreno di 3 jugiae (= 36 pertiche) di cui era usufruttuaria Raidruda, vedova di Gandolfo. Ereditata dai canonici di Sant'Ambrogio insieme ai terreni circostanti, la chiesa venne chiamata San Pietro in Sala. Si trattava di una piccola cappella che serviva i contadini del luogo. Già nel 1141 essa venne riedificata, ad opera di Eriberto da Pasilvano, per contenere l'accresciuto numero di fedeli, come ricorda un’antica lapide murata in fondo alla navata destra dell’attuale chiesa.
Sotto l'arcivescovo Carlo Borromeo la chiesa ottenne la nomina di parrocchia. Dal 1581 la chiesa venne nuovamente ingrandita perché troppo stretta per la crescente popolazione; lo stesso avvenne anche nel 1838. Alla fine del 1800 ancora una volta la piccola chiesa, immortalata in stampe e nelle immagini dei solenni funerali a Giuseppe Verdi del 1901, risultò insufficiente e pertanto venne nuovamente rifatta.
Il problema della piccola dimensione della chiesa venne infine risolto nel 1924 con la consacrazione dell'attuale chiesa neoromanica progettata da Antonio Casati e Oreste Benedetti. Di notevole da segnalare, per una chiesa certo poco particolare, il monumentale altare maggiore in stile eclettico in marmo, a tempietto, opera di Angelo Colombo del 1931, così come il fonte battesimale del 1982 realizzato da Valerio Vigorelli, che sistemò a lato il primitivo fonte a forma di tabernacolo del 1933 finemente decorato in stile rinascimentale. Accanto all’altare e nelle cappelle angolari di fine navata si trovano quattro dipinti risalenti al Seicento e Settecento provenienti dalla vecchia chiesa, raffiguranti storie del santo titolare.
La chiesa oggi:
Quanto alla piazza, brutto è il parcheggio proprio davanti al sagrato e brutto, sulla sinistra, il mercato rionale, una struttura datata e costituita da varie sovrapposizioni. Eliminare il posteggio, pedonalizzare quest'area e rimodernare lo stabile del mercato sarebbe davvero gran cosa.