La parte iniziale di via Mac Mahon |
Aiuola, alberi e binari furono posati su una soletta di cemento che da piazza Diocleziano accompagna tutta via Mac Mahon a una profondità di 25/30 cm. In questo modo le radici si sono potute espandere solamente in orizzontale e non nel profondo terreno rendendo le piante instabili e a rischio caduta. Inoltre, negli anni, ci sono state deformazioni della sede tranviaria con conseguente pericolo per i passeggeri che quotidianamente percorrono la via a bordo dei jumbo Tram della linea 12.
ATM e Comune di Milano stanno studiando un progetto per mettere in sicurezza il sedime tranviario protetto, opera necessaria per garantire la sicurezza degli utenti e la continuità del servizio pubblico tranviario. Tale progetto non è ancora definito ma molto probabilmente comporterà il taglio degli alberi. Un grande sacrificio per via Mac Mahon che è ingentilita da decenni da due filari di verde.
Come sempre in questi casi ci si trova a un bivio: tutelare il verde o il servizio pubblico?
La risposta corretta, come sempre, probabilmente sta nel mezzo. In particolare in una città che è un organismo vivente in continua evoluzione.
Riteniamo che il mantenimento del servizio pubblico tranviario, in particolare in sede riservata come questo caso, sia condizione necessaria per la mobilità della città di Milano. Già troppi percorsi sono stati smantellati nel corso del XX secolo. E la linea in questione, numero 12 che collega l’Ospedale Sacco a viale Molise, è una linea di forza che attraversa la città passando per il Duomo, quindi non sacrificabile.
Se per rendere tutto più sicuro ed efficiente è necessario eliminare temporaneamente gli alberi, be’, che lo si faccia. Gli alberi sono stati piantati nella via contestualmente o successivamente ai binari (affermazione che sarebbe da verificare meglio con documentazione e foto dell’epoca) e quindi nel caso di rifacimento del sedime possono essere rimossi per essere poi ripiantati a fine lavori. Magari pensando di inserire dei più classici e imponenti platani.
Un esempio di operazione simile e ottimamente riuscita è piazzale Dateo. Con la costruzione della stazione del Passante Ferroviario venne tagliata l’alberatura per lasciare spazio agli scavi. A fine lavori sono stati piantati dei nuovi platani di grandi dimensioni e oggi si stagliano all’inizio del viale Piceno sani e scenografici come se nulla fosse accaduto.
Insomma, il verde va rispettato, tutelato e implementato ma bisogna anche usare la ragione e scendere a compromessi, se necessario.
In questo caso il compromesso, cioè il mantenimento dell’essenziale servizio tranviario, credo che sia più che necessario.
Stato delle radici e delle rotaie