La vecchia distilleria ai margini dell'enorme scalo ferroviario di Porta Romana sicuramente darà il via alla trasformazione urbana di questa zona tra il Vicentino, Gamboloita e Porta Romana che da area industriale sta trasformandosi lentamente in residenziale, terziario e culturale.
OMA di Rem Koolhaas ha convertito il bellissimo edificio di inizio Novecento in un luogo per la cultura con la C maiuscola. Infatti ha aperto in questi giorni al pubblico Fondazione Prada con una serie di mostre nel nuovissimo spazio riprospettato dal grande architetto olandese. Si entra dal vecchio cancello su Largo Isarco, uno slargo al momento senza una forma precisa dove via Brembo cambia nome in Via Giovanni Lorenzini. Si accede nel grande cortile e subito spicca all'occhio la grande struttura moderna a parallelepipedo che si inserisce tra i vecchi edifici in cemento crudo. A sinistra del primo cortiletto si trova il bellissimo bar progettato dal regista americano Wes Anderson. E' il Bar Luce, dove si respira un'atmosfera dal sapore di vecchio bar milanese anni '50, con mobili in formica e alle pareti una tappezzeria riproduce un immagine della Galleria Vittorio Emanuele.
I colori in generale sono i grigi, il nero e il bianco. Qui si trova la biglietteria e le informazioni con personale splendido e gentile, il biglietto costa 10 euro, con possibili esenzioni e riduzioni.
Siamo entrati nell'ala chiamata Sud, dove una serie di sale ospitano la mostra "An Introduction" con opere dagli anni Sessanta: una quadreria con Colpey, Fontana, Schifano, Richter.
Poi si passa al "Deposito"(il vecchio capannone convertito) ci sono dei "veicoli d'artista": Cadillac, furgoni, auto.
Il percorso ci porta nella "Cisterna" dove nelle enormi sale si trovano altre opere .
Di fronte si passa al "Cinema" dove nel foyer è stato riportato il fregio in ceramica policroma di Lucio Fontana, realizzato per il cinema Arlecchino e qui trasportato dopo la chiusura del cinema a due passi da San Babila. In questo periodo si proietta 'Roman Polanski: My Inspirations', un documentario intervista dove il regista polacco racconta quali sono stati i film che l'hanno ispirato.
Uno spazio sotterraneo ospita l'installazione permanente 'Processo grottesco' di Thomas Demand: la ricostruzione di una grotta, a migliaia di strati di cartoncino sottile.
La 'Haunted House' (la torre dorata) propone un'installazione permanente di Robert Gober e due lavori di Louise Bourgeois.
Si passa quindi al "Podium" dove si trova la mostra curata da Salvatore Settis e Anna Anguissola "Serial Classic". Una mostra dove sono esposte le statue che in epoca romana e greca si usava riprodurre in serie da un originale ritenuto capolavoro. Tra le varie opere anche la riproduzione di uno dei "bronzi di Riace" ma con i colori esagerati.
Vi consigliamo anche un giro nei bagni, veramente particolari e quasi spaziali...
Ultima parte del complesso è la galleria "Nord" dove troviamo la raccolta che illustra l'idea del frammento corporeo: Cattelan, Fontana, David Hockney, Vezzoli, Pistoletto, Klein, Picabia. E ancora Rauschenberg, Man Ray, Richard Serra, Bruce Nauman.
Manca all'appello ancora la parte posteriore che sicuramente aprirà tra più di un anno, quella che si affaccia su via Adamello, che sarà caratterizzata da un'alta torre che ospiterà varie istallazioni e opere d'arte e che avrà una forma alquanto audace, visto che sporgerà in parte sulla strada sottostante.
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