"Nobile"; così veniva chiamato un tempo l'affascinante Corso Venezia, con i suoi palazzi storici appartenenti a influenti famiglie della città: Palazzo Saporiti con la sua eleganza neoclassica, Palazzo Bovara, la bellezza liberty di Casa Castiglioni o il magnifico Palazzo Serbelloni, che ospitò tra gli altri persino Napoleone Bonaparte. Che dire della splendida casa Fontana-Silvestri, sorta nel XIII secolo ma dall'aspetto assolutamente quattrocentesco?
Percorrendo ora il Corso - eccezion fatta per il breve tratto recentemente rinnovato con la pista ciclabile, che ha ora un aspetto più decoroso nonostante la presenza del bitume sui marciapiedi - notiamo ahinoi che la porzione più vicina a San Babila ha un aspetto assai banalotto, quasi ci trovassimo in una delle tante vie senza storia della Milano moderna: marciapiedi asfaltati (dove spesso il bitume si è fuso per via del forte calore estivo), motorini parcheggiati ovunque, cartelli stradali piazzati senza alcun senso estetico, nessun arredo urbano. Persino all'incrocio con Piazza San Babila il marciapiede sembra un parcheggio di periferia e non la via elegante e signorile che dovrebbe invece essere. Ci troviamo anche un'edicola molto molto brutta. Che dire poi del cartello di parcheggio proprio davanti all'incantevole portone del Seminario Arcivescovile, fondato nel 1560 da Carlo Borromeo?
Ogni volta mi chiedo perché il Comune, e tanto meno le grandi Firme della moda che qui si affacciano con i loro prestigiosi negozi - Armani, Dolce & Gabbana, Prada, per citarne giusto alcune - non vogliano trovare un accordo coingiunto per una sistemazione più consona di questo Corso. Sarebbe bello trovare marciapiedi in pietra, fioriere, lampioni eleganti invece di anti-estetiche luci aeree, meno parcheggi selvaggi, una dedicata illuminazione notturna per alcune facciate storiche.