I lavori alla nuova linea 4 avranno un forte impatto su tutto l'itinerario, da Linate a San Cristoforo. E' lo stesso Assessore alla mobilità e all'ambiente a dirlo anche se “l'obbiettivo è ridurrre il disagio”. Ci saranno “grandi vantaggi ambientali, ma non nella prima fase”. Alla fine le sistemazioni superficiali, continua l'Assessore del PD, miglioreranno il verde ma per 5-6 anni i disagi per i cittadini saranno “estremamente rilevanti”.
La scadenza dell'Expo ha permesso di rispettare i tempi previsti, almeno per adesso, perché il "Decreto del fare" del Governo Letta ha garantito un contributo suppletivo che ha permesso di partire con i lavori. Il costo totale, già lievitato rispetto ai 1.600 milioni di euro di due anni fa, è di 1.850 milioni di euro di cui, approssimativamente, 1.000 dallo Stato, 400 dal Comune, 450 dai privati.
La signora Baiocco, architetto del Progetto consortile che realizzerà l'opera, ha illustrato con abbondante uso di immagini durante la presentazione della M4, le caratteristiche tecniche: sarà una metropolitana leggera senza manovratore come la M5, ci vorranno 78 (5/6 anni) mesi per realizzare tutta la linea, divisa in tre tratte, con 21 fermate su 15 km operate da 47 vetture, di cui 7 di riserva, con frequenze di passaggio ogni 90 secondi incrementabili fino a 75. Questi i dati e, mentre sul grande schermo scorrevano i tracciati delle tratte, le piantine delle stazioni, le immagini delle enormi TBM (tunnel boring machine), le cosiddette “talpe” che saranno calate nel sottosuolo, l'architetto si sforzava di rassicurare l'aditorio. Ha spiegato che non è stata rilevata alcuna necessità di bonifica dei terreni e ha informato i cittadini che a novembre, “per portarsi avanti” i lavori inizieranno anche nella stazione Dateo, come alla stazione Solari e Gelsomini.
Il via sarà da Solari, uno dei punti più delicati anche perché è qui che deve essere calata la “talpa” che dovrà scavare le gallerie verso San Babila (un’altra partirà da San Cristoforo). La “fase 1”, quella di fine 2013 prevede la recinzione del perimetro, il taglio di alberi («saranno ripiantati quando l’area superficiale sarà risistemata e migliorata», anticipa Maran), gli scavi propedeutici per spostare i servizi sotterranei e per capire, per esempio, se là sotto ci siano ordigni bellici. Poi, partirà la vera e propria costruzione che durerà, nei casi più complessi, cinque anni. Una lunga attesa, costellata da prevedibili disagi: il prezzo necessario per avere una fermata della linea azzurra sotto casa.