Ecco una sintesi del comunicato stampa di allora:
“Il Pink Pavillion" di Gaetano Pesce è stato inaugurato da qualche giorno, in occasione della mostra su Victor Vasarely, in Triennale Bovisa. Il padiglione esterno è visitabile, e in futuro funzionerà come laboratorio per i bambini e per le loro attività didattiche legate alle mostre. La costruzione è un cubo rosa dall’aspetto antropomorfo con piante e alberi, sia sulla facciata che sul tetto. Uno degli aspetti più importanti di questa sperimentazione architettonica è il poliuretano con il quale è stato costruito: un materiale schiumoso che permette di costruire strutture tridimensionali leggere e stabili, in tempi rapidi; un materiale ampiamente utilizzato anche nella costruzione di oggetti comuni, come volanti, paraurti, calzature. Ciò che è interessente è che questa sua sperimentazione in ambito architettonico potrà tornare utile per l’utilizzo nell’architettura d’emergenza. Infatti, alcune sue caratteristiche sono piuttosto promettenti: non è tossico e quindi le costruzioni d’emergenza potrebbero essere abitate per periodi lunghi, anche in caso di pioggia, dato che è resistente alle muffe. Quando poi la situazione d’emergenza dovesse rientrare, il luogo che ha ospitato questo genere di costruzioni non rimarrebbe segnato, il poliuretano è infatti smaltibile come qualsiasi altro rifiuto solido urbano, non inquina il terreno e in alcuni casi può essere riciclato mediante macinazione o recupero e riutilizzo di materie prime”.
Venendo ad oggi, ci chiediamo che sorte avrà il Pink Pavillion ora che la Triennale in Bovisa è stata cancellata. Lo dimenticheranno per anni oppure lo demoliranno?
In entrambi i casi sarebbe un grave peccato, visto che la struttura è stata creata da uno dei più importanti designer italiani, è quindi un'opera d'arte che bisognerebbe preservare (anche se come spesso accade, non incontra il gusto di tutti). Anche l’area dei Gasometri, che doveva essere riqualificata per ospitare la nuova sede per il Politecnico, spazi per start up a carattere tecnologico, una biblioteca, un parco, è rimasta tristemente inutilizzata. Eppure avrebbe un potenziale enorme, con una ricca serie di opportunità per il quartiere e la città.