Questo sarà uno dei molti articoli che vogliamo pubblicare per gridare e far vedere come, in pochi anni, una normativa regionale che permette il recupero dei sottotetti e che quindi ha dato il via libera a deturpare buona parte dei palazzi cittadini, sia un vero crimine all'estetica della città. Belli o brutti che fossero, molti palazzi sono stati deturpati per sempre da aggiunte che qualsiasi persona di buon senso troverebbe orripilanti.
Le motivazioni di questa normativa regionale erano un po' assurde a voler vedere. I fautori dichiaravano di voler favorire l'edificazione nelle zone già fortemente
urbanizzate invece dell' espansione nelle aree libere ed agricole, invece volendo ben guardare si è continuato ugualmente a costruire la dove c'erano i campi.
Purtroppo questi sopralzi non sono quasi mai stati fatti con un criterio che tenesse in cosiderazione l'architettura dell'esistente, anzi, nell'ottanta per cento dei casi si è costruita una vera e propria baracca sul tetto anziché un bel sottotetto.
Iniziamo, a caso, con la bellissima casa di via Paolo Sarpi al numero 4, dove sulla bella facciata eclettica ridondante, si è deciso di alzare di un piano. Da una parte fatto in una maniera e dall'altra parte fatto in un altro modo. Si poteva creare una sorta di mansarda alla francese, oppure una terrazza con l'appartamento arretrato tanto da non dare fastidio all'aspetto dell'edificio dal piano stradale, ma si è preferito aggiungere una di quelle baracche, persino più brutte anche per una casetta degli atrezzi nell'orto della casa di campagna.
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