martedì 6 novembre 2012
Gli handicap per il trasporto pubblico milanese
Perché solo a Milano vige la regola del non accodamento tranviario? Regola istituita da Atm da qualche anno a questa parte, presumibilmente in seguito a una serie di incidenti accaduti nella nostra città, e che continua a imperare senza possibilità di revisione. In pratica al di fuori della ex circonvallazione 29/30 le vetture tranviarie non possono avvicinarsi l’una all’altra ma devono mantenere una “distanza di sicurezza”. Questo implica la impossibilità per gli utenti di sfruttare, come è sempre stato, la presenza di più linee alla stessa fermata e cambiare mezzo senza perdere tempo in attesa delle vetture seguenti. Per di più è causa di lunghe interruzioni di marcia per le vetture in coda in attesa che la precedente liberi la fermata. Un esempio è via degli Scipioni in cui transitano le linee 5, 23 e 33. Capita spesso che una vettura sia in fermata in Scipioni/Ascoli, quella seguente attenda a metà della via degli Scipioni e una terza sia in coda appena superata piazza Adelaide di Savoia. Una lunga sosta causata dai tempi di fermata e dai cicli semaforici.
Cicli semaforici che sono un’altra maledizione per il trasporto pubblico milanese. La totale assenza di semafori asserviti alle linee tranviarie (come avviene in molte altre città del mondo, una su tutte Amsterdam nei Paesi Bassi). A Milano il ciclo semaforico è fisso, non vi è possibilità che il tram possa richiedere precedenza (pur, forse, essendoci tale tecnologia già installata in molti semafori), i tempi destinati al via per i tram ridotti al minimo in favore di quelli destinati al flusso veicolare privato e spesso una totale mancanza di sincronizzazione tale per cui un tram lascia la fermata o il semaforo precedente e si trova immancabilmente il seguente con barra orizzontale, cioè non passare. Esempi di lunghe attese semaforiche si trovano nell’asse di forza servito dalle linee 12, 23 e 27 agli incroci Porta Vittoria/Podgora, Verziere/largo Bersaglieri e Larga/Baracchini per citarne alcuni.
Come si può pretendere che la cittadinanza apprezzi e utilizzi un servizio di trasporto pubblico con questi problemi che fanno aumentare enormemente i tempi di percorrenza e riducono all’osso la velocità commerciale?
Joga
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