Le tag o scarabocchi sui muri, sono una stupida moda che da almeno un ventennio infesta le nostre città, dalle più piccole alle più grandi. È l'espediente, in genere messo in atto da ragazzini, per affermare la loro presenza in questo mondo. Pix, Shampoo, Dumbo, Mick o Shrek: ci si inventa un nome, un nick, e lo si rende grafico e accattivante, per poi ripeterlo senza sosta su ogni muro disponibile. Le tag sono cosa ben diversa dai graffiti, che sovente sono più complessi e anche gradevoli se inseriti in un contesto adeguato. Le Tag sono la pisciatina del cane per segnare il territorio, per far vedere che Pix è passato da lì, che Shampoo è salito sino al secondo piano per scrivere più in alto di quell'altro. Insomma una gara a chi rovina di più. A queste persone non importa dove scarabocchiano la propria tag, basta farla vedere: una sfida alle autorità e ai benpensanti, uno schiaffo agli adulti.
In questi giorni hanno anche imbrattato la fotografia che ritrae Alda Merini posta all'ingresso della casa-museo a lei dedicata in Via Magolfa. Con la scritta "Suka". Può far sorridere alcuni, ma non me: certa gente pare non conosca il rispetto per nulla. Sicuramente il poveraccio che ha scarabocchiato la "vecchia" ritratta su quel cartello posto davanti ad una casa non sa neanche chi sia Alda Merini. E forse non gliene frega nulla. Molti, specie i giornalisti, si scandalizzano quando una tag viene fatta su un monumento importante, ma io sono scandalizzato sempre, perché viviamo nel degrado imperante, e più passa il tempo e più questa moda pare non trovare soluzione.
Altri esempi di tag.