“Un’iniziativa prestigiosa che impreziosisce il palinsesto di Expo in città con un appuntamento imperdibile, non solo per la indiscutibile bellezza della Sala delle Asse, ma anche, e soprattutto, per l’emozione che si prova nello stare al cospetto del genio di Leonardo da Vinci, che a Milano e in questo Castello lavorò per anni, lasciando testimonianze importanti della sua opera. – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno – Un’operazione che è stato possibile realizzare grazie alla volontà e all’impegno delle istituzioni pubbliche e al sostegno indispensabile dei partner privati che, stretti in alleanza, hanno saputo comprendere l’inestimabile valore scientifico e storico di questo straordinario progetto di restauro e valorizzazione, e al tempo stesso l’importanza del ritrovamento di una pagina fondamentale della nostra storia e della nostra memoria, che ha contribuito come poche altra alla costruzione della nostra identità artistica e culturale”.
Dalla fine dell’Ottocento ad oggi, la vicenda conservativa della Sala delle Asse è stata una storia di progressive e sorprendenti scoperte: dal momento del suo ‘ritrovamento’ nel 1898 sotto diversi strati di scialbo (imbiancatura), alla scoperta del cosiddetto Monocromo durante i restauri degli anni 1954-1955, fino alle nuove tracce pittoriche emerse in questi mesi. Fu infatti Luca Beltrami - architetto, storico dell’arte e conservatore del Castello - il primo a scoprire, sulla scorta di due documenti dell’Archivio di Stato di Milano, che la “camera grande da le asse” nella quale “Magistro Leonardo” lavorava presso il Castello degli Sforza, era proprio quella al pianterreno della Torre nord-est, ribattezzata da allora Sala delle Asse proprio in virtù di quei fogli d’archivio.
Negli ultimi anni dell’Ottocento, Beltrami cercò e trovò sotto parecchi strati di scialbo il grande soffitto dipinto con i tronchi, i rami e le foglie degli alberi di gelso. A quel tempo tuttavia l’unica lettura della Sala delle Asse – complice anche il restauro ‘interpretativo’ del pittore-restauratore Ernesto Rusca – si basava sulla sola decorazione visibile, cioè quella della volta e delle lunette, che si pensavano realizzate “su progetto” di Leonardo. Il ritrovamento del Monocromo durante il restauro effettuato a metà degli anni Cinquanta cambiò fortemente la percezione della Sala delle Asse, spostando il baricentro dell’attenzione su quella grande radice che spaccava la roccia, da subito attribuita unanimemente alla mano di Leonardo da Vinci. Sino ad oggi tuttavia il Monocromo è stato considerato un’opera a sé stante, deliberatamente realizzata con un solo colore, slegata dal contesto della restante decorazione.
Una scoperta che dà una lettura completamente nuova della Sale delle Asse e del ruolo di Leonardo da Vinci nel progetto, e che apre scenari inaspettati rispetto alla possibilità di scoprire nuove tracce della mano di Leonardo nel corso delle prossime sessioni di restauro, che riprenderanno dopo la chiusura di Expo 2015.
La complessità degli interventi di restauro, infatti, ha trasformato la Sala delle Asse in un grande cantiere, rendendola visibile solo attraverso un passaggio ridotto, ma in occasione di Expo Milano 2015 i lavori di restauro saranno sospesi e la Sala delle Asse verrà resa nuovamente accessibile grazie a un parziale disallestimento dei ponteggi che consentirà la vista del Monocromo a distanza ravvicinata. Non solo, ma per accogliere al meglio i visitatori l’ambiente sarà valorizzato tramite un innovativo sistema multimediale realizzato da Culturanuova anche grazie al contributo di Intesa Sanpaolo, basato su proiezioni, ologrammi e illuminazione puntuale, che racconterà la storia della Sala delle Asse, il ruolo di Leonardo da Vinci e il restauro in corso a tutti coloro che la visiteranno durante il semestre dell’Esposizione Universale.
Per l’inizio di Expo la Sala delle Asse sarà riaperta al pubblico nella sua nuova “veste multimediale”. L’intervento di restauro attualmente in corso in Sale delle Asse, cominciato nell’ottobre 2013, circa un anno e mezzo fa, è eseguito dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze ed è diretto da Michela Palazzo della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia, con la consulenza di un comitato scientifico presieduto da Claudio Salsi, Direttore del Settore Soprintendenza Castello, Musei Storici e Musei Archeologici, e composto da eminenti personalità del mondo culturale italiano e internazionale. Il progetto è sostenuto da a2a, main sponsor, e da Arcus.
Sul sito www.saladelleassecastello.it, realizzato dal Politecnico di Milano con il sostegno di a2a, è possibile seguire l'andamento dei lavori di restauro, trovare informazioni e immagini sulla Sala e la sua storia, scaricare testi di approfondimento (una ricca bibliografia e documenti saranno a disposizione dei più esperti), ascoltare i “racconti multimediali”, che introducono il lettore alla complessità dell’opera e che in occasione di Expo verranno perfezionati per una fruizione con smartphone e tablet.