Girovagando in rete, ci è capitato di trovare un articolo interessante su una ex fabbrica di acqua distillata a cavallo tra Bresso e Cormano - la "ex-Nymco", usata come rifugio per senzatetto e come lavagna per artisti writers.
Il blogger Tony Graffio è entrato nella fabbrica facendosi accompagnare da una figura che dimora nel Castello di Zakula, così viene chiamato il rudere industriale degli anni 60/70, che è abbandonato da anni e versa in condizioni di degrado immaginabili.
Premettiamo che il nostro punto di vista è che un luogo non debba diventare la casa di qualcuno solo perché ci è entrato e si è stabilito al suo interno usandolo come rifugio. Allo stesso modo a un proprietario non dovrebbe essere consentito mantenere uno stabile in condizioni tanto precarie.
Premettiamo che il nostro punto di vista è che un luogo non debba diventare la casa di qualcuno solo perché ci è entrato e si è stabilito al suo interno usandolo come rifugio. Allo stesso modo a un proprietario non dovrebbe essere consentito mantenere uno stabile in condizioni tanto precarie.
Probabilmente spetta alle istituzioni offrire rifugio ai senzatetto, garantire sicurezza ai cittadini che abitano intorno a edifici abbandonati e sanzionare adeguatamente i proprietari che non garantiscano il decoro degli edifici.
Forse è vero che - come dice Tony Graffio - le persone che frequentano quel luogo non sono pericolose, ma certamente avere come vicino un fortino dalla poco chiara identità qualche inquietudine la crea.
Precisato il nostro pensiero, possiamo dire che vedendo le immagini delle pareti dipinte di questo stabile ci poniamo mille domande, tra le quali: ma quanta arte sprecata?
Molti graffiti sono dei veri capolavori di arte da strada, di idee e voglia espressiva eccezionale, ma rinchiusi in questi luoghi degradati e che fanno paura (paura del degrado, dei potenziali crolli...)
La Street Art è anche questo, lo sappiamo, ma è un vero peccato rimanga rinchiusa in certi spazi perchè un giorno, quando i proprietari si sveglieranno e demoliranno il complesso, "il tutto svanirà come lacrime nella pioggia" (cit.).
Tutte queste energie non si potrebbero incanalare per abbellire le famose pareti cieche, i sottopassi, i tunnel e alti luoghi privi di identità?
Pubblichiamo anche l'articolo sul Giorno del 5 febbraio scorso per dovere di cronaca:
Doveva diventare un albergo di 8 piani, con spazi commerciali, centro benessere e parcheggi in vista di Expo 2015, secondo un ambizioso progetto integrato di intervento presentato nel 2009. Ma, tutto è rimasto «sulla carta». Ora, nei fatti, è una struttura abbandonata, dove entrano ed escono persone senza dimora e disperati. L’area dismessa «ex-Nymco» di via dei Giovi, una superficie di 13mila e 700 metri quadrati, si presenta com'era 6 anni fa; nel dicembre del 2012 (come certifica una delibera del consiglio comunale cormanese) la «convenzione urbanista attuativa» è decaduta e, da allora, non c’è stato un altro piano di recupero ambientale come molti speravano.
Tra questi, ci sono i volontari dell’associazione Nuovo Comitato del Quartiere di Molinazzo: «I cittadini che vivono vicino a questa area sono preoccupati per la condizione di degrado che si sta verificando – dicono –. La riqualificazione avrebbe migliorato anche la viabilità del quartiere; invece, la situazione è decisamente peggiorata». Con la realizzazione del progetto dell’albergo, il Comune di Cormano avrebbe incassato circa 5 milioni di euro per gli oneri di urbanizzazione; nel Piano per il Governo del Territorio vigente, l’area privata «ex-Nymco» è catalogata come settore produttivo, con la speranza di un suo recupero nell’immediato futuro, spiega il vicesindaco Fabrizio Vangelista: «La convenzione è scaduta, nonostante il Comune avesse concesso alcune proroghe alla società proponente il progetto – dice Vangelista –. Al momento non ci sono altre proposte ma siamo favorevoli a nuovi progetti riqualificativi per quest’area, contando soprattutto sul rilancio dell’economia».
Tutte queste energie non si potrebbero incanalare per abbellire le famose pareti cieche, i sottopassi, i tunnel e alti luoghi privi di identità?
Pubblichiamo anche l'articolo sul Giorno del 5 febbraio scorso per dovere di cronaca:
Doveva diventare un albergo di 8 piani, con spazi commerciali, centro benessere e parcheggi in vista di Expo 2015, secondo un ambizioso progetto integrato di intervento presentato nel 2009. Ma, tutto è rimasto «sulla carta». Ora, nei fatti, è una struttura abbandonata, dove entrano ed escono persone senza dimora e disperati. L’area dismessa «ex-Nymco» di via dei Giovi, una superficie di 13mila e 700 metri quadrati, si presenta com'era 6 anni fa; nel dicembre del 2012 (come certifica una delibera del consiglio comunale cormanese) la «convenzione urbanista attuativa» è decaduta e, da allora, non c’è stato un altro piano di recupero ambientale come molti speravano.
Tra questi, ci sono i volontari dell’associazione Nuovo Comitato del Quartiere di Molinazzo: «I cittadini che vivono vicino a questa area sono preoccupati per la condizione di degrado che si sta verificando – dicono –. La riqualificazione avrebbe migliorato anche la viabilità del quartiere; invece, la situazione è decisamente peggiorata». Con la realizzazione del progetto dell’albergo, il Comune di Cormano avrebbe incassato circa 5 milioni di euro per gli oneri di urbanizzazione; nel Piano per il Governo del Territorio vigente, l’area privata «ex-Nymco» è catalogata come settore produttivo, con la speranza di un suo recupero nell’immediato futuro, spiega il vicesindaco Fabrizio Vangelista: «La convenzione è scaduta, nonostante il Comune avesse concesso alcune proroghe alla società proponente il progetto – dice Vangelista –. Al momento non ci sono altre proposte ma siamo favorevoli a nuovi progetti riqualificativi per quest’area, contando soprattutto sul rilancio dell’economia».