Chi mai può immaginare com'era quest'angolo di Milano 1000 o 500 anni fa, così tanto stravolto nel corso dei secoli?
Noi ci abbiamo provato
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Area di Piazza fontana come appariva all'epoca romana 49 a.C. |
La storia di questa piazza la possiamo far risalire all'epoca romana. Quando qui passavano le mura repubblicane erette a partire dal 49 a.C., quando Milano venne elevata al rango di municipium. Oltre alle mura vi era anche un fossato che passava al lato dell'odierno palazzo Arcivescovile e scendeva verso via San Clemente per sfociare nel laghetto di via Larga.
Come immaginabile la città si è espansa, nuove mura hanno inglobato anche questo luogo che col tempo si è arricchito di edifici.
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Stesso punto di vista in epoca medievale |
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Piazza Fontana negli anni 20 poteva apparire così |
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Piazza Fontana come appare oggi |
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Mediolanum 300 d.C. |
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Milano nel 1300 circa |
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Milano nel 1500 circa |
A dominare la piazza tutt'ora c'è la facciata possente dell'Arcivescovado. Il primo palazzo Arcivescovile era un estensione del palazzo del Broletto vecchio o Arengo, del 1174, edifici posti accanto alla basilica metropolitana di Santa Maria Maggiore. La prima vera trasformazione in palazzo arcivescovile la si deve a Giovanni II Visconti che, nel 1342, ottenuta la nomina ad arcivescovo di Milano, inizia i lavori per la nuova Curia arcivescovile. Il palazzo arcivescovile venne anche collegato tramite una passerella al "castelletto" formato dalle case fatte costruire dai Visconti sui ruderi delle mura di massimiano distrutte dal Barbarossa, tra le vie San Clemente e Tenaglie. La via Tenaglie, ora scomparsa, era una delle più vecchie contrade milanesi e correva un po' obliqua lungo la fronte dell'attuale stabile bancario fino a raggiungere il fianco meridionale del palazzo del Capitano di Giustizia in angolo con l'attuale via Verziere.
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Ipotetica ricostruzione eseguita nel 1926 da Agnol Domenico Pica
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Veduta settecentesca di Marcantonio Dal Re del palazzo rifatto dal Piermarini del 1783 |
Si sa ben poco del palazzo di Giovanni Visconti, solo notizie frammentate e un'incisione di Marcantonio Dal Re che mostra la ponticella che univa i due palazzi, quello della famiglia Visconti e la Curia Vescovile. Vi è anche un ipotetica ricostruzione eseguita nel 1926 da Agnol Domenico Pica, che mostra la torre del Verzaro e l'insieme di case che formavano appunto il "castelletto" dimora di Giovanni Visconti.
Giovanni Visconti nacque nel 1290, fu l'ultimo figlio di Matteo I Visconti e Bonacosa Borri. Dopo aver ricevuto un'istruzione in studium generale, fu avviato alla carriera ecclesiastica e durante la seconda metà del Trecento detenne la signoria di Milano, in precedenza guidata da Ottone Visconti.
Fu amante delle arti e divenne anche mecenate del Petrarca che soggiornò a Milano e ne elogiò le sue virtù. Nel 1323-1324 Giovanni fu scomunicato e accusato di eresia, ma trovò un alleato nell'antipapa Nicolò V che, nel gennaio 1329, lo nominò cardinale, con il titolo di (pseudo) cardinale di Sant'Eusebio. Tuttavia il 15 settembre 1329 egli fece, per procura, atto di sottomissione al legittimo papa (e di persona, il 26 novembre dello stesso anno); egli non venne comunque mai promosso cardinale da un papa legittimo. Nel 1332, invece, divenne vescovo e signore di Novara e, dopo aver risolto le controversie con l'arcivescovo legittimo Aicardo da Camodeia, rientrò a Milano (1341) in quanto signore, insieme al fratello Luchino Visconti. Venne eletto arcivescovo nel 1339 succedendo così ad Aicardo, ma il suo titolo arcivescovile fu confermato da papa Clemente VI, per mezzo di una bolla, solo nel 1342. Nel 1352, Giovanni estese il potere dei Visconti fino a Genova e l'anno seguente a Bologna e Novara. Alla sua morte, il 5 ottobre 1354, lo Stato milanese fu diviso fra i tre nipoti (figli di Stefano Visconti): Matteo II, Galeazzo II e Bernabò che erano già stati associati alla signoria di Giovanni e furono confermati come possessori della città di Milano. (da Wikipedia)
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Piazza Fontana e la via San Clemente, la Torre del Verzaro o di Giovanni Visconti torre Medioevale |
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Resti della torre del Verzaro all'imbocco di via San Clemente e delle Ore in piazza Fontana 1900 Circa |
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Piazza Fontana vista dall'angolo della scomparsa Via Tenaglie |
L'arcivescovado nel 1489 per volontà dell’arcivescovo Giovanni Angelo Arcimboldi con l'approvazione del duca Gian Galeazzo Sforza commissiona un progetto di ampliamento che includa il Palazzo del Capitano di Giustizia e le annesse carceri, al fine di realizzare un nuovo complesso che racchiuda sia la residenza del Vescovo e dei Canonici che la Curia arcivescovile. Il progetto viene realizzato in parte e del palazzetto di Giovanni Visconti inizia la lenta trasformazione in case d'abitazione.
A partire dal 1569, sotto Carlo Borromeo, su progetto di Pellegrino Pellegrini detto de’ Tibaldi, il palazzo arcivescovile viene ancora una volta completamente ristrutturato.
Del vecchio palazzo medievale rimaneva ancora la ponticella che sovrastava la via San Clemente, sempre ricordata nei documenti, è ben visibile nella veduta settecentesca di Marcantonio Dal Re e che nei rifacimenti del Piermarini del 1783, verrà rimossa definitivamente.
Su questo lato, sorsero delle abitazioni tra cui l'albergo Biscione, già antica osteria del Biscione ed erede delle strutture delle case viscontee.
Di tutto quel complesso medievale giuste quasi fino ai nostri tempi solo il basamento in pietra della torre del Verzaro -testimoniata dall'unica foto trovata-, posta ancora all'angolo con via San Clemente fino alla sua totale demolizione avvenuta nel 1940 per la costruzione dell'edificio di Giovanni Maggi, in seguito diventato filiale della Banca nazionale dell'agricoltura poi reso famoso per la strage avvenuta il 12 dicembre 1969.
Qui trovate un album fotografico di
Piazza Fontana come appariva nelle foto antiche
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Piazza Fontana lato meridionale oggi sparito |
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Piazza Fontana lato meridionale oggi sparito, via Tenaglie |
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Piazza Fontana lato meridionale oggi sparito verso via Tenaglie |
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Piazza Fontana verso il lato meridionale |
Immagini della demolizione dei palazzi negli anni Venti/Trenta