giovedì 11 giugno 2015

Zona Centro Storico - La riapertura dei Navigli si può fare!

La nuova conca in piazza Cavour

Il naviglio in via Francesco Sforza

Un progetto ambientale, paesaggistico e di recupero dell’identità storica di Milano città d’acqua, una nuova sfida nel segno della vivibilità e della sostenibilità, nata da quasi 490mila “sì” al referendum del 2011. Sono stati presentati ieri alla città i risultati dello studio di fattibilità per la riapertura dei Navigli, affidato dall’Amministrazione comunale a un gruppo di lavoro interdisciplinare che ha visto coinvolte due Università, la Statale di Milano e quella di Pavia, professionisti ed esperti con il coordinamento del Politecnico di Milano.

“Avevamo preso un impegno, l’abbiamo rispettato – ha detto il vicesindaco con delega all’Urbanistica Ada Lucia De Cesaris -. Quella di oggi è una tappa importante nel percorso verso la riapertura dei Navigli: è la dimostrazione che abbiamo saputo rispondere, con serietà e capacità di guardare al futuro, alle esigenze espresse dai cittadini con il referendum. Abbiamo iniziato introducendo una fascia di salvaguardia nel Pgt, e proseguendo poi con lo studio del territorio, al fine di verificare tutti gli aspetti, i vincoli e le problematiche: un lavoro complesso, fatto anche grazie alla collaborazione con il Politecnico, Mm, Amat e molti cittadini. Ora abbiamo tutti gli elementi per permettere alla politica di decidere e di avviare, tra il 2016 e il 2020, la progettazione e il finanziamento dell’opera: proprio su quest’ultimo punto possono esservi molte possibilità, anche attraverso ulteriori approfondimenti e confronti con operatori e cittadini”.

“La riapertura dei Navigli è un tema di grande interesse e fascino per la città. Il piano di fattibilità del Politecnico ci offre una prospettiva concreta su cui avviare la nostra riflessione: è opportuno che da subito si verifichino le compatibilità economiche, affinché questo grande progetto possa avere un percorso realistico”, dichiara l’assessore ai Lavori pubblici e Arredo urbano Carmela Rozza.

Lo studio si concentra sulla rilevanza territoriale del sistema dei Navigli: dal nord-est della città, dove il Naviglio Martesana è ancora aperto, verso il centro di Milano, dove ritrova il tracciato della storica Cerchia sul versante orientale, sino alla Darsena per ricongiungersi ai Navigli Pavese e Grande. È stata analizzata la fattibilità degli interventi sotto il profilo architettonico, viabilistico, trasportistico, oltre che geologico, idrogeologico e idraulico. Dal punto di vista economico, la valutazione tiene conto dei costi (circa 406 milioni) e dei benefici collettivi (che si prevede siano misurabili in circa 800 milioni tra miglioramento della qualità urbana, aumento della profittabilità delle attività commerciali e dell’attrattività turistica, incremento dei redditi per effetto dell’investimento). Una sezione della ricerca, inoltre, è dedicata agli aspetti dell’informazione e delle modalità di partecipazione della città al progetto.


 
Il naviglio è stato studiato per una navigazione turistica con battello. Sono state studiate tutte le problematiche, dall'acqua di falda ai sottoservizi, dalle metropolitane all'impatto viabilistico.

Il tratto di Via Melchiorre Gioia prevede una riapertura centrale del canale con percorso pedonale a lato e possibilità di creare anche spazi cmmerciali sotto la soletta stradale. Il Seveso, che ancora oggi si immette nella Martesana a metà della via verrà deviato in un proprio canale rendendolo più "fluido" quindi meno pericoloso dal punto di vista delle esondazioni.
Altro problema risolto con due differenti proposte riguarda il tratto all'altezza della stazione Gioia della M2, dove il canale per un lungo tratto deve rimanere coperto perché la Via Melchiorre Gioia sotto il palazzo del Comune è più stretta e non può contenere anche l'apertura del naviglio. Uno dei due progetti prevede appunto un tunnel lungo circa 300 metri, mentre il secondo risolverebbe con una deviazione a "gomito" verso il nuovo parco della Biblioteca degli Alberi a Porta Nuova, non seguendo filologicamente il percorso antico della Martesana ma risolverebbe il problema del lungo tunnel.

Il tratto Melchiorre Gioia
Seconda soluzione per il passaggio a Gioia

Canale del Seveso e della Martesana

Il tratto Melchiorre Gioia

Il tratto Melchiorre Gioia


 San Marco e Piazza Cavour
Per piazzaCavour sono state proposte due varianti, una con una nuova piazza pedonale posta davanti all'arco di Porta Nuova e il naviglio che passa al di sotto dello spiazzo, oppure l'altra dove viene creata una speciale ansa che darebbe una nuova prospettiva sulla piazza e unirebbe il verde col parco Montanelli.

Piazza Cavour

Incoronata
Per la conca dell'incoronata si tratterebbe di un ritorno all'acqua tanto sperato. Mentre per la Darsena di San Marco la proposta del progetto prevede la realizzazione di un nuovo parheggio più capiente e al di sopra di esso la riapertura del laghetto.
San Marco

Darsena San Marco
Laghetto-Darsena di San Marco

Laghetto-Darsena di San Marco


Altri punti salienti sono le soluzioni dei ponticelli nuovi lungo via Senato, oltre alla realizzazione delal chiusa per permettere il transito del battellino. Mentre in via Francesco Sforza i giardini della Guastalla ritroverebbero nuova luce e fascino collegati all'università e al naviglio.


Stessa cosa anche al parco delle Basiliche e alla Vetra, che potrebeb essere uno dei luoghi più romantici del percorso.
Piazza della Vetra

Via Santa Sofia

Ponticelli in via Senato

Università e Policlinico

Piazza della Vetra
 Per la Conca del Naviglio il progetto ha tenuto conto anche del fatto che qui, tolto il naviglio ottantacinque anni fa, al suo posto sono state piantate una settantina di piante che oggi hanno un'importanza non solo in fatto di dimensioni, ma anche affettiva e tagliarli sarebbe stato un delitto.
Così il progetto è stato pensato come un canale laterale e parzialmente coperto dalla strada. Stesso problema alla conca di Viarenna, dove giganteschi platani sono nati dove scorreva il naviglio e quindi la soluzione due prevede un canale che corra al fianco del vecchio canale così da salvare il verde.








Particolari delle varie conche ricostruite dove si trovavano e delel nuove per far fronte alle nuove esigenze del percorso.











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