Cosa fare?
Oramai è saltata la scadenza del primo maggio 2015 per le prime due fermate (non si farà in tempo), sorge adesso un nuova grana puramente burocratica che promette di avere pesanti ripercussioni per la città.
Una questione che lo stesso Giuliano Pisapia ha ben chiara. Non a caso davanti al consiglio comunale ha parlato di «conseguenze critiche per l’assetto della città in un periodo in cui sono previsti milioni di visitatori. Dobbiamo tutti operare, anche e soprattutto con il governo, per evitare che durante l’Expo la città venga interessata da questi cantieri senza che eventuali extracosti vengano a gravare sul bilancio». Il problema nasce dall’imminente firma della convenzione tra il Comune e il consorzio delle imprese costruttrici, cui seguirà la costituzione della società. Dal momento in cui arriverà la sottoscrizione — cui dovrebbe seguire entro 45 giorni l’accordo con le banche per il finanziamento di circa 512 milioni, stabilito dalla delibera del Cipe — partiranno i 78 mesi di tempo che le imprese avranno per concludere l’opera: i contratti con le aziende prevedono però delle penali per il fermo dei cantieri (in gergo tecnico si chiamano riserve) che il Comune dovrebbe pagare nel caso in cui i lavori tardino a partire.
Come se non bastasse ci si è messo anche un comitato di cittadini, “Foppa Dezza Solari”, che non vogliono il cantiere sotto casa, soprattutto il previsto cantiere di calaggio delle talpe (meglio una città soffocata dal traffico e dallo smog per tutta la vita che un cantiere per 3/5 anni sotto casa).
Noi di Urbanfile troviamo assurdo persino l'idea di averci pensato. I "milioni" di turisti previsti come potranno minimamente essere impressionati nel vedere i cantieri di viale Argonne, Forlanini o Parco Solari? A Londra hanno tenuto le Olimpiadi pur avendo molti cantieri tra i quali il Crossrail e l'upgrading di tanti linee tube, senza pensare ai centinaia di altri cantieri di torri e altro sparsi per la città.
Una città si sa, è viva e pertanto sempre in movimento e in costruzione. Io mi preoccuperei più della PULIZIA della città, dell'ordine e che le cose funzionino, non in cantieri ancora aperti ma che saranno utili in futuro sparsi per le periferie.
Fonte La Repubblica