L'opera di de Chirico è composta da una sinuosa vasca all'interno della quale emergono i busti di due nuotatori. C'è poi un trampolino, una palla da gioco, una cabina, un cigno, un pesce e una roccia con fonte.
Per l’impatto visivo dei colori, forti e originali, incorniciati dal verde del parco, l'opera fu definita da Jole de Sanna: “pittura nel paesaggio” e testimonia la straordinaria inventività di de Chirico che, all’età di ottantacinque anni, fu capace di creare un’opera in piena sintonia con l’allora contemporaneo movimento della Pop Art. Per il contesto storico invece, fu detto che essa costituisce anche un prototipo di arte “pubblica”.
Costruita in pietra di Vicenza, una roccia arenaria morbida e sensibile, nel 1997 l'opera, per conto del Comune di Milano e della ditta MARGRAF del Conte Paolo Marzotto (sponsor della Fontana nel 1973) fu sottoposta ad un primo intervento di restauro che provvide alla pulizia del complesso della vasca e al restauro dei bagnanti e del cigno, seriamente danneggiati, come appunto dicevamo. In quell’occasione, i due bagnanti vennero rimossi e collocati all’interno della Triennale per la loro giusta conservazione.
Noi di Urbanfile ci chiediamo invece, dopo il restauro, pavimento e sculture erano state ricolorate coi colori sgargianti che caratterizzavano il manufatto com'era in origine, oggi se uno le osserva rimane perplesso. Infatti a soli 4 anni dal restauro, le sculture (anche le copie nuove) sono nuovamente scolorite. Non siamo esperti ma qualche domanda ce la siamo posta.
Di seguito l'opera com'è ridotta oggi.
Le due sculture originali collocate al Museo del 900 |
La "fontana" come appariva negli anni 70/80 |
Questo era l'aspetto delle sculture dopo il restauro, coi colori sgargianti.